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Ottana Polimeri e Chimica Verde. La CGIL attacca Maninchedda: "la sua presa di posizione è inopportuna"

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Leggiamo con stupore quanto contenuto su un articolo della Nuova Sardegna sulla situazione della vertenza. Siamo sconcertati dal fatto che si affermi che solamente una parte del Sindacato avrebbe proposto la linea del rilancio delle attuali produzioni del PET: questa è una informazione sbagliata e fuorviante da respingere e contestare tenacemente.
Per ristabilire esattamente come si sono svolti i fatti specifichiamo quanto segue:

un documento sottoscritto dai lavoratori, dalle RSU e dalle OO.SS dell'Ottobre scorso ha deciso di perseguire quella strada.

In tutti gli incontri e assemblee successive nessuno ha smentito quella linea, sposata a Gennaio dalla società Ottana Polimeri e dalla Regione.

All'azienda fu chiesto di verificare la fattibilità del progetto su una modifica impiantistica nello stabilimento di Sarroch, che permettesse un taglio sostanziale dei costi di produzione del paraxilene, principale materia prima per la produzione del PET a Ottana.
Allora fu precisato che si chiedeva alla regione un intervento su Eni perché mettesse a disposizione una sezione d'impianto di Versalis (non ceduta a Saras) a Sarroch per realizzare le necessarie modifiche.

Questo è stato definito nell'incontro del 1 Aprile, quando anche l'Azienda ha confermato il percorso di approfondimento e di verifica del progetto.
La società americana incaricata da O.P. Di studiare tale progetto ha dato un parere positivo e l'Azienda ha recentemente confermato ai lavoratori, alle RSU e alle OO.SS la volontà di proseguire in tale progetto di rilancio.

Non è buona cosa che, a 4 mesi dalla drammatica data di scadenza della CIGS, un Assessore Regionale metta in in discussione un percorso di rilancio finora condiviso da azienda, lavoratori, Sindacati, Provincia e Regione, per una proposta di modifica delle produzioni verso una indefinita “chimica verde” basata solo su buone intenzioni.

L'Assessore Maninchedda ha avuto quasi un anno di tempo a disposizione per solidarizzare con i lavoratori e fare proposte costruttive: la sua presa di posizione è inopportuna e intempestiva, a ridosso di un importante incontro.

Quello che è accaduto non è uno “ scandagliare senza successo” di tale percorso, ma un grande ritardo della Regione nel realizzare quanto si era deciso nei tavoli, cioè il coinvolgimento di  Eni per poter realizzare il rilancio della filiera del PET in Sardegna.
Questa strada è stata scandagliata e perseguita da tutti i protagonisti dell'industria del PET in Europa, a iniziare da Indorama, che continua ad acquisire stabilimenti in Europa, Egitto, Turchia e ristrutturarne altri. Vedi Polonia, Belgio, Lituania, Olanda, Portogallo etc.

Se i produttori del PET non fanno la corsa al biopolimero e continuano ad investire sulla linea PET, ci saranno dei motivi precisi: non c'è ancora un mercato significativo, i costi del “bio” sono troppo alti per prodotti poveri come l'acqua minerale, non c'è alcuna norma europea o italiana che obblighi le imprese ad abbandonare l'utilizzo del PET.
Le OO.SS, i lavoratori e le Rsu non si sono mai pronunciati contro la prospettiva della chimica verde. Quando ci sarà una precisa proposta di quel tipo verrà presa in considerazione senza pregiudizi, ma la strada prioritaria che l'azienda sta seguendo in questo momento è diversa ed è condivisa dai lavoratori.

L'Italia è il maggiore mercato Europeo e oggi dipende totalmente dalle importazioni.
Il progetto di rilancio della filiera del PET si basa su un forte recupero di competitività, con un intervento di ristrutturazione che taglia in profondità i costi energetici e accorcia la catena produttiva precedente.
Non vorremmo che i ritardi siano stati causati dal “remare contro” di qualcuno.

E' stata convocata una riunione in Assessorato, speriamo che da questa riunione emergano notizie positive sull'impegno fattivo della Regione Sarda verso Eni, anche in considerazione dell'arrivo della scadenza della CIGS per i lavoratori, un fantasma sempre più imminente.
Quello che serve al territorio è l'unità nel portare avanti le istanze, non tentativi di dividere. Servono  proposte nuove e condivise.
Ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità e rispondere del proprio operato con trasparenza.
I lavoratori e il territorio sapranno valutare e giudicare tutto questo.

Salvatore Pinna   Sergio Zara – CGIL Nuoro
 

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