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Centrale a carbone: il fronte dell'ambiguità

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Nel dibattito attorno alla centrale a carbone di Ottana, accanto al fronte del sì (rappresentato da Confindustria, Regione e sindacati) si è ormai delineato un fronte del no che vede in prima linea il sindaco di Ottana, le popolazioni del territorio e la comunità scientifica.
Esiste, tuttavia, un altro fronte, il fronte dell’ambiguità, cioè di quei sindaci che non vogliono esprimersi pensando in questo modo di sfuggire alle loro responsabilità. E’così per il sindaco di Olzai Tonino Ladu che, nonostante le sollecitazioni del comitato cittadini liberi, convoca il consiglio comunale ma non delibera, continuando a prender tempo in attesa di chissà quali chiarimenti sulla questione.
Vi è, infatti, una certa consuetudine da parte di alcuni amministratori a non esprimere con chiarezza la propria posizione e aspettare gli eventi rimanendo a guardare, nella convinzione di uscirne, comunque vada, a testa alta. Eppure, spesso, si dimentica che chi ha un  ruolo istituzionale ha il preciso dovere di fare delle scelte anche quando si va a cozzare contro un sistema di potere (politico- sindacale) che ha fatto sempre, soprattutto nel Nuorese, il bello e il cattivo tempo.
Il problema è che la poca chiarezza dà adito a mille interpretazioni e si corre il rischio, come è accaduto a Bolotana, di suscitare le ire del sindaco nel momento in cui alcuni cittadini hanno osato riportare, in un volantino informativo, che il loro primo cittadino è favorevole alla conversione della centrale. Sono stati in molti a interpretare male le sue parole quando sosteneva: “Non possiamo dire sempre “no” senza avere un progetto alternativo. Se muore la centrale di Ottana, si pone fine all'industrializzazione nel centro Sardegna”.
C’è poi chi, come il sindaco di Noragugume, probabilmente ha bisogno di ulteriori delucidazioni, forse in attesa dell’esito sulla questione delle pecore nere.
Tra la schiera degli indecisi è bene citare, oltre il sindaco di Lodine,  anche il sindaco di Sedilo Umberto Cocco che, astenendosi da qualsiasi pronunciamento ufficiale, continuano ad avviare confronti ospitando i consulenti di Clivati.
Il mandato affidato ai sindaci è quello di mettersi al servizio dei cittadini e rispondere esclusivamente agli interessi delle loro comunità. E’ tempo che questi sindaci diano delle risposte precise perché rifugiarsi perennemente nel limbo, non aiuta la crescita del territorio.

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