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"Le preoccupazioni per il futuro del centro Sardegna rimangono tutte"

Il Comitato Cittadini Liberi interviene sul congelamento del progetto della centrale a carbone

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La notizia che il patron di Ottana Energia per il momento abbia fatto un passo indietro riguardo al progetto di riconversione a carbone della centrale di Ottana, non può che essere accolta con soddisfazione da chi, in questi anni, ha portato avanti delle battaglie per la difesa del territorio. Una soddisfazione, a dire il vero, solo a metà perché le preoccupazioni per il futuro del centro Sardegna ci sono e rimangono tutte. Se si dovessero richiamare le reali responsabilità delle scelte devastanti fatte nel nostro territorio, non riguarderebbero certo né l’imprenditore milanese, né i suoi progetti sul carbone o sull’allevamento di polli, ma andrebbero ricercate nei confronti di chi, negli anni,  ha dimostrato una totale incapacità di offrire risposte serie per un reale sviluppo del nostro territorio. E’ chiaro che il problema è essenzialmente politico e richiama l’inadeguatezza di chi avrebbe dovuto rappresentare e tutelare gli interessi delle comunità. Nel nostro caso, la questione sarebbe stata stroncata sul nascere se la Regione, la Provincia e i sindacati non avessero firmato il famigerato accordo di gennaio. E ancor  meno confortanti appaiono le soluzioni prospettate dal nuovo governo regionale che continua a disquisire sulla  “necessità di favorire la riconversione delle centrali del Sulcis, Fiumesanto e Ottana, per rendere più efficiente la produzione termoelettrica fossile”, e ancora che “il gas non è una delle possibili opzioni, ma diventa una necessità inderogabile”.
Niente di nuovo, quindi, ma un panorama politico davvero preoccupante, che si affaccia minaccioso e con il quale dovremo fare i conti. A noi cittadini rimarrà il compito di continuare a lottare di volta in volta contro megainceneritori, centrali a carbone, parchi eolici, biomasse… L’ultima proposta in ordine di tempo, come soluzione necessaria per il rilancio dell’economia del centro Sardegna, sarà il gas. Ancora una volta vedremo da una parte i comitati cittadini che si opporranno e che verranno accusati di bloccare il progresso a favore di uno sterile ambientalismo e dall’altra politici e sindacalisti insieme a ribadire, con la solita arroganza, che esiste un partito del “no a tutto”, responsabile del processo di desertificazione.
Insomma la storia si ripete e il nostro territorio rimarrà in balia di scelte nefaste che continueranno ad incidere negativamente sulla qualità di vita dei cittadini, i quali non potranno contare neanche su un sistema di controlli che dia opportune garanzie sulle ricadute sanitarie e ambientali (vedi l’ultimo scandalo che ha investito l’ARPAS considerata un modello di inefficienza).
Compito della nuova classe dirigente è quello di avviare un profondo ripensamento delle politiche di sviluppo finora proposte, per perseguire un modello che sia realmente sostenibile e compatibile con le vocazioni del territorio.
Come si può pensare di privilegiare ancora sistemi di produzione energetica a combustione, quali il carbone o il metano liquido, quando si potrebbero sfruttare al meglio tutte le potenzialità di una centrale idroelettrica, situata ad appena venti chilometri da Ottana, attraverso una gestione pubblica che vada a vantaggio, piuttosto che di pochi, di tutti i cittadini sardi?
Al Presidente Pigliaru vorremo semplicemente ricordare che l’onestà dei politici non si misura esclusivamente dall’assenza di avvisi di garanzia da parte della Magistratura, ma riguarda la volontà e la capacità di agire nell’esclusivo interesse dei cittadini e non a sostegno di logiche che niente hanno a che fare con il bene comune.

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