Sulla rete di videosorveglianza si registra l’ennesimo flop Giunta Succu. La Giunta regionale ha reso noto nei giorni scorsi l’elenco degli 80 Comuni sardi ammessi a beneficiare di un finanziamento a fondo perduto pari all’80% della spesa prevista per la realizzazione degli impianti di videosorveglianza, con l’installazione di telecamere nei punti nevralgici e dei sistemi di trasmissione e di registrazione. Di tale elenco non fa purtroppo parte il Comune di Macomer e ciò rappresenta un fatto molto negativo, in quanto viene meno un importante ed efficace strumento per il controllo del territorio, per la sicurezza dei cittadini, per prevenire la microcriminalità e gli atti di vandalismo contro il patrimonio pubblico e privato, per il monitoraggio del traffico e per supportare l’attività di investigazione delle forze dell’ordine.
L’esclusione del Comune di Macomer deriva dal fatto che il progetto presentato è stato giudicato insufficiente dall’apposita commissione di valutazione, in quanto non ha raggiunto la quotazione minima di 60 punti, necessaria per essere ammesso al contributo regionale.
Il mancato finanziamento della rete di videosorveglianza costituisce un grave danno per la ns. Città e rappresenta un pesante smacco per la Giunta Succu che ne aveva fatto un punto prioritario del proprio programma, non perdendo occasione per proporre tale impianto come la soluzione risolutiva di fronte al frequente verificarsi di fatti criminosi, di episodi di danneggiamento dell’arredo urbano e dei beni pubblici e privati, di comportamenti incivili come l’abbandono dei rifiuti.
Rammentiamo che, in questa ottica, già dal mese di settembre 2013, a pochi mesi dal suo insediamento, il Consiglio comunale varò un apposito regolamento sull’attività di videosorveglianza e nei due mesi successivi la Giunta approvò un progetto preliminare che prevedeva l’installazione di telecamere in corrispondenza degli accessi della città, dei principali edifici pubblici e delle vie e piazze maggiormente frequentati, con un investimento di 120.000 euro, di cui 100.000 come contributo a fondo perduto della Regione e 20.000 a carico del bilancio comunale.
A parte le molte chiacchiere e la propaganda spicciola, nella bontà della propria proposta non deve aver creduto molto neppure la giunta Succu: infatti nel 2013 aveva stanziato nel bilancio la propria quota di compartecipazione, pari a 20.000 euro, ma nel bilancio dell’anno dopo l’aveva interamente cancellata.
Un altro obbiettivo programmatico mancato, un’altra occasione perduta per la Città.