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Gestione Migranti, i Sindaci del Marghine (esclusi quelli di Bolotana e Dualchi) a sostegno della “linea Succu”: “il Cpr mette il territorio al riparo dall'apertura dei CAS”

“LA GESTIONE DELLA REALTÀ MIGRATORIA NEL TERRITORIO DEL MARGHINE”: il documento dei Sindaci del Marghine

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Già dai primi mesi del 2016 i Sindaci del Marghine, consapevoli della complessità e inarrestabilità del fenomeno migratorio, si convinsero che occorreva predisporre una linea comune per salvaguardare il loro territorio dai complessi e marcati problemi che detto fenomeno stava creando in molte zone della Sardegna.

   Nel momento in cui la Prefettura di Nuoro paventò al Sindaco di Macomer la possibilità che l'ormai dismesso carcere di massima sicurezza potesse essere adibito a Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS), così come l'ex hotel “Nuscadore” a Birori, i Sindaci dell'Unione Marghine, opponendosi fermamente a tale ipotesi, ritenuta, oltre che deleteria per l'intero territorio, poco dignitosa per i rifugiati, optarono, con ampia maggioranza, di aderire al Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Protezione (SPRAR).

    Tale ultima soluzione, a differenza dei CAS (dove la ripartizione dei migranti viene gestita direttamente e in totale autonomia dal competente Ministero tramite le varie Prefetture, senza coordinarsi con i Comuni interessati, che di fatto subiscono una imposizione), risultava, grazie al sistema della micro accoglienza diffusa e all’operatività della clausola di salvaguardia , l'unica in grado di tutelare il territorio del Marghine dalle negatività proprie di un CAS,  nonché un valido strumento per favorire politiche di integrazione capaci di restituire dignità agli stranieri.

    Tuttavia, nel prosieguo del tempo, fu chiaro a tutti che le Prefetture, dinanzi ad un eccessivo aumento di sbarchi, avrebbero potuto procedere all’apertura di CAS anche in quei territori che avevano già aderito al Sistema SPRAR.

Come difendersi da tale probabile evenienza? Occorreva trovare una soluzione che consentisse da un lato di non vanificare il lavoro fino ad allora compiuto nella gestione del fenomeno migratorio  e dall’altro di  porre al riparo l’intero territorio del Marghine. La soluzione è stata perspicacemente individuata dal Sindaco di  Macomer Antonio Succu, allorché ha abilmente saputo negoziare l’IMPOSTA apertura  del CPR - Centro Permanente di Rimpatrio  - con la garanzia della piena ed incondizionata operatività della clausola di salvaguardia  per tutti  i Comuni del Marghine.  Oggi, pertanto, il pericolo di apertura di CAS nell’intero territorio del Marghine è stato definitivamente scongiurato grazie all’operazione condotta da Antonio Succu con il Ministero dell'Interno.

    Il grande merito che noi Sindaci dei Comuni di Birori, Borore, Bortigali, Lei, Noragugume, Silanus e Sindia riconosciamo ad Antonio Succu, è stato, infatti,  quello di aver avuto l’abilità e la sensibilità di subordinare l’imposta apertura nell’ex carcere di massima sicurezza di Macomer di un CPR (strutture destinate ad ospitare in regime di privazione della libertà di movimento determinati migranti), alla condizione non negoziabile, che nell’intero territorio del Marghine non venisse istituito alcun CAS, e ciò a prescindere dall'adesione  o meno dei singoli  Comuni alla Rete SPRAR.
    Per tale ragione, nell’assoluta convinzione della bontà della scelta operata dal Sindaco Macomer, che è bene sottolineare con vigore, è valsa a scongiurare l’inoperatività della clausola di salvaguardia , si evidenzia come tale scelta  rappresenti un atto di grande sensibilità e strategia politica nonché un valido esempio di gestione seria e concreta della realtà migratoria, con importanti ripercussioni positive sia di carattere sociale che economico per la nostre comunità.

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