“La querelle sulle candidature è durata fin troppo e corre l’obbligo di prendere atto della imposizione in Sardegna di una figura non condivisa ed estranea, culturalmente e politicamente, alla nostra Isola.
Ho maturato perciò la decisione di ritirare ogni mia disponibilità alla candidatura.
Ha prevalso una logica sbagliata e di chiusura. E mi dispiace molto, soprattutto perché la sinistra è uno spazio pubblico ricco di potenzialità e diversità culturali.
La mia terra, con le sue enormi sofferenze sociali, non può essere umiliata fino al punto da essere ridotta col piattino in mano a ad elemosinare posti alle segreterie romane.
I sardi hanno bisogno di altro: di lavoro, futuro, speranza. Perciò chiunque avesse avuto buon senso e rispetto avrebbe dovuto riconoscere la rappresentanza che spetta loro di diritto, non per gentile concessione di uno o tre Principi.
Le imposizioni non sono accettabili, né la prepotenza. Non lo sono in generale, tantomeno dovrebbero essere accettate a sinistra.
Auguro ogni bene a LeU, alla sinistra e ai suoi candidati, sardi o meno che siano, ma mi sottraggo a questa danza e mi riprendo la mia vita in abiti civili. Perché c’è sempre un momento nel quale si deve scegliere: e per me tutto può essere mediato, ma non i principi e non la dignità.
Continuerò a fare politica, a battermi per le ragioni nelle quali credo, per il diritto di chi non ha diritti. Per il mio popolo e per i miei compagni vecchi e nuovi, che ringrazio oggi per la vicinanza, gli attestati di stima, l’affetto e l’aiuto che mi hanno dato in questi anni.
Sono stati cinque anni appassionati e vado fiero di ciò che sono riuscito a fare. Non è che l’inizio”.