Il Partito dei Sardi rilancia l'appello ad intervenire in maniera decisa su Ottana, ad iniziare dai 130 lavoratori. Sono passati oltre venti giorni dall'ultimo confronto con i sindacati e ad oggi ancora nulla. A che punto è la vertenza? Ricordiamo che la credibilità della risposta su Ottana dipende dalla capacità di risoluzione di quello che rappresenta un dramma per i lavoratori coinvolti che, loro malgrado, si sentono defraudati di un loro diritto. Sbaglia chi legge la crisi di quei lavoratori come una crisi personale e soggettiva: il malessere e il disagio dei lavoratori si riversa nelle loro comunità di provenienza, con i sindaci travolti da richieste di intervento sempre più pressanti.
I 130 lavoratori di Ottana, così come i 480 lavoratori del nuorese espulsi negli ultimi anni dal ciclo industriale e produttivo, attestano plasticamente come Ottana sia l'epicentro di un territorio circoscritto condizionato, nel bene o nel male, dalle politiche industriali calate nel centro Sardegna negli ultimi 50 anni. I benefici non solo in termini di buste paga ma soprattutto in termini di interrelazioni economiche e industriali, hanno coinvolto decine e decine di paesi situati nell'areale di Ottana, nel Marghine e nel territorio di Orani, vero e proprio terzo polo industriale dei Sistemi Locali del Lavoro poggiato sul triangolo - Ottana - Tossilo - Orani.
Ottana, quindi, epicentro di soluzioni per i 130 lavoratori ma anche epicentro di strategie future che devono coinvolgere tutti i luoghi (industriali e sociali) del Centro Sardegna, luoghi in cui i lavoratori risiedono ed esercitano la maggior parte delle loro relazioni sociali ed economiche. Dalla capacità di cogliere questi profili di "unità territoriale" e dalla capacità di correttamente interpretare le interrelazioni economiche, sociali e relazionali, dipende il successo o meno delle politiche di rilancio di Ottana.