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Il Piano Regionale sulla gestione dei rifiuti "mette al sicuro l’esistente, Tossilo compreso": la delusione di Non Bruciamoci il Futuro

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La Regione ha pubblicato, dopo 10 giorni dall’assunzione della relativa delibera, l’atto di indirizzo per l’aggiornamento del Piano regionale sulla gestione dei rifiuti.
E’ un provvedimento che attendevamo e che auspicavamo potesse prendere in considerazione la sospensione del procedimento autorizzativo dell’inceneritore di Tossilo, in attesa dell’aggiornamento del piano, e allo stesso tempo potesse dare risposte adeguate all’o.d.g. del Consiglio Regionale che in data 13.05.2015 aveva impegnato la Giunta regionale  “a porre in essere l’aggiornamento del Piano Regionale sulla Gestione dei Rifiuti e la verifica puntuale dello stato di salute della popolazione del Marghine e del suo territorio, prima di altri interventi in materia di rifiuti, compresi i provvedimenti su Tossilo”.

Anche in questa occasione la Giunta regionale e l’Assessora della Difesa dell’Ambiente, che a sua volta aveva dichiarato di rimettersi alla decisione del Consiglio regionale, non hanno mantenuto “la parola”.

L’atto di indirizzo mette al sicuro l’esistente, Tossilo compreso, riproponendo uno schema vecchio, sempre più sbilanciato a favore degli inceneritori, dove vengono capovolte le gerarchie sulla gestione dei rifiuti stabilite dall’Unione Europea, in quanto viene data priorità alla gestione delle discariche e all’incenerimento dei rifiuti piuttosto che al riciclo e recupero di materia, come nella vicenda di Tossilo.

Nessuna considerazione sul fallimento del vecchio piano proprio nella previsione esclusiva degli scenari di smaltimento/incenerimento e sull’opposizione delle comunità interessate e di numerose istituzioni locali alla realizzazione di inceneritori ad Ottana, Macomer e nel Sassarese.
 

Nessun impegno sull’o.d.g. del Consiglio regionale e sulla necessità di sospendere il procedimento di Tossilo, caratterizzato da numerose irregolarità e illegalità, oggetto di indagini da parte della Magistratura.

Nessun coinvolgimento delle comunità interessate e delle organizzazione dei cittadini che da anni si battono per una politica di gestione dei rifiuti rispettosa della salute, del territorio e delle produzioni agro-alimentari, e che tenga conto del ruolo prioritario della raccolta differenziata spinta, sostenendo soluzioni per la dismissione degli inceneritori e delle discariche e per le alternative all’incenerimento.

Il Comitato ritiene inoltre che l’atto di indirizzo violi il diritto dei cittadini a partecipare all'elaborazione di piani e programmi in materia ambientale sin dalla loro formazione e ai relativi processi decisionali, come previsto dalle norme nazionali ed europee. Ogni valutazione nel merito viene lasciata nelle mani di un gruppo di lavoro interno nominato a insindacabile giudizio dell'Assessora all'Ambiente.

Siamo profondamente delusi dell’atteggiamento della Giunta regionale, ma altrettanto determinati nel proseguire la nostra azione.

Per questo motivo sollecitiamo i consiglieri regionali ad intraprendere le azioni più adeguate per far rispettare i diritti dei cittadini insieme all’o.d.g. approvato a maggioranza dal Consiglio regionale, affinché le decisioni che riguardano il futuro della Sardegna siano prese nel prevalente interesse della democrazia e della volontà espressa dalle  nostre  comunità.

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