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Bolotana. Le cose che accadono e l'assordante silenzio delle Istituzioni

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BOLOTANA. Sono trascorsi esattamente 20 giorni da quel Sabato notte di fuoco che ha completamente distrutto il furgone parcheggiato nel pieno centro abitato di Bolotana.

Ne sono passati 5 invece dalla serata in cui qualcuno ha deciso di rincarare la dose, bersagliando con i sampietrini della piazza il camper posteggiato nel parcheggio sottostante.

Due episodi che – a prescindere da quanto emergerà dalle indagini in corso da parte degli organi preposti - hanno senza ombra di dubbio un minimo comune denominatore: la proprietà dei mezzi danneggiati.

Come abbiamo già raccontato, attorno alla famiglia di etnia rom recentemente trasferitasi a Bolotana si era venuta a creare, nelle settimane che hanno preceduto i fatti di cui sopra, una particolare tensione, alimentata dalla diffusione di quelle che IlMarghine.net ha accertato essere una serie di fake news, notizie false condite a puntino dal sempre fecondo pregiudizio.

A seguito dell'incendio del furgone, molti cittadini di Bolotana hanno commentato l'accaduto, chi condannando l'atto ed esprimendo sdegno e preoccupazione, chi manifestando una certa “simpatia” per i metodi incendiari e chi giustificando con argomentazioni varie il fatto.

A restare invece incredibilmente in silenzio è stata l'Istituzione Comunale, cioè quella che in un qualsiasi paese “normale” esprime immediatamente, solitamente per voce del suo Primo Cittadino, la propria condanna quando le comunità sono scosse da vicende di questo tipo.

A Bolotana invece la Sindaca Annalisa Motzo non ha ritenuto necessario esprimere pubblicamente alcunché, neppure una semplice e condivisibile condanna della violenza, neppure un tentativo di stemperare il clima di ostilità da una parte e di preoccupazione dall'altra, di tornare alla realtà dei fatti e magari aprire un momento di riflessione e di incontro.

Un silenzio che è divenuto assordante dopo il secondo episodio che ha coinvolto e danneggiato la stessa famiglia a distanza di due settimane esatte.

L'unica ad aver espresso una condanna, dopo qualche giorno, per quelle fiamme alimentate da tante dicerie, è stata la vice Sindaca Rosamaria Fadda e lo ha fatto a titolo personale sul suo profilo social.

Trincerata dentro un silenzio asfittico, l'Amministrazione che guida il Comune di Bolotana non ha neanche ritenuto doveroso portare la propria solidarietà alla famiglia in una modalità più “riservata”. Non ha ritenuto di doverli contattare, incontrare e conoscere, nonostante la gravità dell'accaduto e nonostante queste persone non siano di passaggio, ma abbiano regolarmente acquistato un'abitazione nel Comune, acquisito la residenza e nonostante la presenza dei minori.

Non si è ritenuto neppure, in questa situazione particolare e per certi versi delicatissima, di dover informare l'istituzione scolastica delle nuove presenze all'interno della comunità per avviare almeno l'inserimento dei bambini nelle scuole.

Il nulla assoluto. Un vuoto sconsolante di parole ma anche di azioni, quasi come se la realtà potesse essere semplicemente ignorata e la gravità dei fatti e le sue conseguenze potessero scivolare indenni dentro una società sempre più liquida che potrebbe lasciarsi portar via anche la garanzia di valori condivisi e di diritti inalienabili.

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