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"Il fallimento di un'illusione" di Franco Cappai

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La notizia è passata un po' in sordina, in Sardegna, destando maggiore eco a livello nazionale: il Tribunale ha sancito definitivamente la conclusione del centro di riciclaggio di Vedelago.

La struttura, operante dal 2004 e portata avanti da Carla Poli, ha terminato un percorso fattosi nell'ultimo periodo travagliato, per non dire devastante: buchi abissali ( stimati, ma è tutto ancora da certificare, in una trentina di milioni ), stipendi non pagati, riduzione di personale. I lavoratori che passano da 30 a 15, poi il crac.

Un periodo in cui i molti debiti hanno ovviamente intaccato la credibilità del centro agli occhi dei Comuni fruitori e con la Contarina Spa ( l'azienda pubblica, e sottolineiamo pubblica, che si occupa di differenziata nella Marca ), e da lì è iniziato il declino. Indicata da tutto l'emisfero grillino e dagli ambientalisti del nostro territorio o sedicenti tali, come l'altro modello economico, quello virtuoso, era diventato meta di pellegrinaggio da un po' tutta Italia,  dai vari comitati, compreso quello di Macomer.
Vedelago era citata ad ogni piè sospinto ad esempio, fatto che ha reso un fallimento economico ( che rattrista ) fatalmente un fattore politico.

Abbiamo appreso che per il centro riciclo rifiuti di Vedelago è stato dichiarato il fallimento con un buco milionario di alcune decine di milioni di euro e il licenziamento dei dipendenti. Quello che il “nostro” comitato “non bruciamoci il futuro” di Macomer i suoi adepti hanno proposto e sponsorizzato ai cittadini del nostro territorio come il miglior modello possibile da seguire per la corretta gestione dei rifiuti, insultando e calunniando tutti coloro che ne obiettavano la non sostenibilità (i sindacalisti me compreso), si è rivelato l'ennesima bufala propinata in materia di trattamento dei rifiuti, a ragion veduta il gioco delle tre carte erano proprio loro a farlo!

Che cosa avranno da dirci adesso al riguardo lor signori? Anche questa volta, negheranno di avere detto che bisognava importare il modello di Vedelago/Tergu? Che cosa resta delle tante promesse fatte in tema di rifiuti?  Nulla, solo parole, e intanto l’impianto di Tossilo e i suoi operai hanno continuato a svolgere il proprio dovere, smaltendo i rifiuti del territorio. Rimane solo un comitato, che furbescamente ha usato certi temi per portare avanti la loro ideologia senza capo e ne coda, insistendo per un sistema di raccolta differenziata assurdo per il nostro territorio, costoso e inadeguato.

Che piaccia o no al comitato in oggetto il fallimento della loro proposta è davanti agli occhi di tutti, ritenevano vantaggioso e immediatamente applicabile un modello rivelatosi poi del tutto irrealizzabile, basato sulla chiusura del termovalorizzatore di Tossilo, sul suo smontaggio e sul recupero dei rifiuti modello Vedelago, senza curarsi della concreta fattibilità e sostenibilità economica di quello che prometteva. Se invece avessero parlato di un supporto al progressivo spegnimento degli impianti di incenerimento in Sardegna da inserire nel Piano Regionale di Gestione Rifiuti, probabilmente ci sarebbe stata una maggiore collaborazione e si sarebbero avviati dei seri tavoli di concertazione . Ma loro…. erano assolutamente decisi e fermi nell’intento di far spegnere immediatamente i forni indicando così, senza se e senza ma, la via di casa e della disoccupazione agli operai che in quell’area lavorano ormai da oltre vent’anni, il loro motto era “ o come diciamo noi o niente”.

Oggi noi operai responsabilmente ci stiamo facendo carico del problema, nella speranza che il nuovo progetto di ristrutturazione possa essere realizzato, continuiamo in maniera coscienziosa e nel rispetto delle vigenti normative a smaltire i rifiuti, considerando che al momento non esiste in Sardegna altra reale alternativa. Stiamo subendo anche le conseguenze in termini di dignità personale, tanto che continuiamo ad essere additati come untori del territorio, ebbene a dispetto di tutto quello che ci propinano, siamo consapevoli che la strada segnata è attualmente l’unica percorribile e che non è poi così semplicistico chiudere gli impianti per dover poi riempire la Sardegna di discariche a cielo aperto, non ne abbiamo assolutamente bisogno!
Costoro sono buoni solo a parole, tanto poi il lavoro sporco lo dobbiamo fare sempre e comunque noi!  Ai politici che non hanno il coraggio di fare scelte, diciamo di essere più determinati nelle decisioni che renderanno più sicuro e sostenibile il futuro del nostro territorio e del nostro ambiente.
 

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