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La stangata (perché tanta indifferenza?)

di Angelo Morittu

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Da molti mesi ormai gli utenti Abbanoa di Silanus vivono con l’incubo delle bollette da pagare, bollette vecchie, in buona parte prescritte e bollette di nuova emissione, poiché ormai la ditta dell’acqua pubblica ha deciso di farci pagare puntualmente i consumi. All’incubo economico si somma quello della composizione chimica del liquido che esce dai rubinetti, infatti anche i bambini ormai sanno che non contiene solo accadueo.

In chiusura dell’ultimo consiglio comunale di mercoledì 4 marzo 2015 ho presentato l’ennesima interpellanza al sindaco circa la qualità dell’acqua di Silanus, anche alla luce dei numerosi articoli di stampa che davano per non potabile l’acqua di molti comuni approvvigionati dal Govossai, chiedendo anche la verifica urgente dei parametri. Qualche collega, bonariamente infastidito, si è anche spinto a definire bufale le notizie di stampa. Bufale o no, il giorno seguente anche Silanus è entrato nel novero dei comuni con l’acqua non potabile ed il sindaco ha emesso l’ennesima ordinanza di divieto.

I cittadini non sapranno mai da quando e per quanti giorni hanno consumato l’acqua non potabile. A Bolotana, per esempio, pare che i parametri siano pericolosamente alterati da oltre un mese.

Eppure non più tardi di un anno fa si sono svolte le elezioni quindi mi sembra più che pertinente la domanda: «cosa stanno facendo i politici del nostro territorio per venire incontro alle problematiche dei loro elettori»?

Il PD, per esempio ha eletto Daniela Forma, in più il Sindaco di Nuoro, Alessandro Bianchi è stato promosso da commissario straordinario a presidente della nuova Autorità d’Ambito, ma cosa sta facendo il primo partito degli italiani per risolvere i problemi dei silanesi? Nulla!

Eppure basterebbe un semplice tratto di penna del presidente Bianchi per inserire il comune di Silanus tra quelli dove non si esegue la depurazione per produrre a cascata la riemissione delle bollette decurtate delle somme non dovute per la mancata depurazione dei reflui fognari.

Se il primo partito degli italiani non fa nulla anche il sedicente Partito dei Sardi non brilla certo per comprensione, anzi si deve ad esso questa sterzata impositiva con l’emissione di bollette a raffica con annesse minacce per gli inadempienti. Com’è noto Paolo Maninchedda siede sulla sedia che governa indirettamente sia l’Autorità d’Ambito che Abbanoa, anche a lui basterebbe un tratto di penna per risolvere i problemi dell’utenza silanese, perché non reagisce?

Sia ben chiaro che Silanus non sta chiedendo un trattamento di favore, viceversa, pretende che i cittadini vengano sgravati di una tassa per un servizio mai ricevuto.

Un partito che si definisce “dei sardi”, coerentemente,  dovrebbe pensare principalmente alla salute ed al benessere della popolazione e non a quello dei dirigenti e dei carrozzoni pubblici dissestati da anni di cattiva gestione.

Eppure tutti gli enti, dal nostro Comune fino alla Regione, passando per la Provincia, sanno che il depuratore di Silanus è fuori uso da sempre, non dovrebbe competere a noi dimostrarlo, ci sono i carteggi ufficiali che parlano chiaro, dunque perché infierire sui cittadini in questa maniera assurda?

La qualità dell’acqua che ci vendono è semplicemente schifosa, esistono le ordinanze sindacali che lo attestano, perché ci viene fatturata acqua imbevibile al prezzo di quella potabile? Siamo sicuri che molte delle patologie che ci affliggono non siano dovute al consumo di acqua inquinata? Perché i cittadini non vengono informati tempestivamente della mancata potabilità dell’acqua, ma spessissimo, come nell’ultimo caso, vengono informati dopo tanti giorni dall’inizio dell’evento?

Finora l’onere della prova per resistere alle ingiunzioni tutt’altro che amichevoli di Abbanoa è rimasto in capo ai singoli utenti, anche verso le bollette pregresse. Una autentica vessazione poiché è ovvio che tanta gente piuttosto che rischiare nuove sanzioni preferisce desistere e pagare quanto richiesto e questo non solo non è giusto ma è doppiamente riprovevole quando giunge, non da un privato, ma da un ente pubblico che dovrebbe godere della fiducia della popolazione.

A questo punto, dopo i ricorsi individuali, stante l’assordante silenzio delle istituzioni, non rimarrà altro da fare se non pagare o ricorrere ad una class action, ossia una causa comune promossa da tutti i cittadini, sardi, contro gli enti dell’assessorato guidato paradossalmente dal presidente del Partito dei Sardi. Perché obbligare i cittadini a perdere tempo e denaro per iniziare una causa contro coloro che dovrebbero tutelarli? Forse non avremmo mai risposta a queste domande, forse ci manderanno un altro paio di funzionari addestrati come Urpi e Picciau, quelli che in data 5 dicembre 2014 hanno preso l’impegno di risolvere il problema salvo comunicarci dopo alcuni giorni che ci avevano bellamente preso in giro.

Beh, queste cose da parte dei nostri dipendenti sono semplicemente inaccettabili, così com’è inaccettabile l’indifferenza dei nostri rappresentanti politici nell’assestarci queste stangate.

Gramsci sosteneva che non solo è lecito ma è anche doveroso odiare gli indifferenti, beh noi non vorremmo abusare di un sentimento così alto per così poco, ci basterebbe che adesso, chi si trova nei posti di responsabilità, si ricordasse delle promesse fatte quando chiedeva il voto ai nostri compaesani

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