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CARCERE DI MACOMER. CELLULE TERRORISTICHE “A PIEDE LIBERO”

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ROMA. Mauro Pili ha appena concluso il suo intervento alla Camera dei Deputati, dove oggi si discute il disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, recante misure urgenti per il contrasto del terrorismo.

Secondo il Deputato Sardo, ( come già annunciato alcuni giorni fa ) nel Carcere di Macomer sarebbero stati detenuti alcuni tra i 60 terroristi più pericolosi al mondo, inseriti nella lista nera diffusa nei giorni scorsi  dagli USA.

Nella sua ricostruzione, Pili racconta che tre anni fa, durante la visita al carcere di Macomer, un uomo di nazionalità tunisina, identificato come Bouyahia Hamadi Ben Abdul, avrebbe tentato di consegnargli una lettera nella quale sosteneva di essere “perseguitato” dai servizi di sicurezza internazionale.

Un particolare, sottolinea Pili, da non sottovalutare: la lettera non gli sarebbe stata consegnata dallo stesso tunisino , il quale  avrebbe invece incaricato il detenuto che si trovava 4 celle più avanti,  un cittadino francese convertitosi all’Islam e ucciso qualche mese fa a Damasco durante un conflitto a fuoco.

Il carcere di Macomer, recentemente chiuso, era strutturato per ospitare detenuti tossicodipendenti.

Una struttura quindi inadeguata e difficilmente conciliabile con il livello di sicurezza richiesto per accogliere detenuti particolarmente pericolosi.

In sostanza, sostiene Pili nel suo intervento, lo Stato da una parte agisce per assicurare alla giustizia soggetti accusati di terrorismo, dall'’altra li detiene in strutture non idonee nelle quali diventa impossibile un effettivo controllo delle loro attività: si creerebbe così un terreno fertile per le cellule del terrorismo internazionale.

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