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Bolotana. Il Consigliere Saba e i dubbi sull'attuale condizione della centrale di Clivati

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Il Sottoscritto Armando Saba con riferimento alla ventilata riconversione della centrale elettrica di Ottana, da olio combustibile a carbone fluido, intende svolgere alcune riflessioni.

- La situazione attuale appare estremamente confusa e poco trasparente. Non si capisce se l’attuale impianto, realizzato nei primi anni ’70, sia ancora adeguato in termini produttivi, funzionale alle esigenze del territorio, sicuro.

- Quali interventi di manutenzione ordinaria (o programmata) e straordinaria  nonché di Revamping, siano stati effettuati in questi ultimi anni.

- Quali sistemi di monitoraggio vengano utilizzati per rilevare i livelli di inquinamento atmosferico e ambientale, e quale organo sia competente a tali rilevazioni. E’ sperabile non si tratti dello stesso gestore dell’impianto  che in tal caso assommerebbe, contemporaneamente, il ruolo di controllore e controllato.

- Non è chiaro altresì se negli ultimi anni siano stati effettuati, seriamente,  i carotaggi per la caratterizzazione dei terreni e quali siano le risultanze emerse.

- Quale sia la posizione del Consorzio Industriale e dei Comuni che ne fanno parte, e che ancora non si sono espressi, in attesa, pare,  delle risultanze di uno studio commissionato (non si sa bene da chi!) al Prof. Viola……………..
Sarebbe utile a questo proposito comprendere i rapporti che legano i suddetti Enti all’impresa Clivati, posto che lo stesso imprenditore risulta nel C.d.A dello stesso Consorzio. Lascio ai lettori  le possibili conclusioni!!!

- E’ sorprendente poi, che su una tematica così importante e delicata per il territorio , l’assordante silenzio delle Istituzioni e delle forze politiche Regionali e Nazionali. Forse sono impegnati nella stesura dei loro programmi elettorali fondati, magari, sulla difesa dell’ambiente o sullo sviluppo industriale dei territori svantaggiati. Lo stesso Presidente della Provincia, nonostante ricopra un ruolo di primaria importanza per il territorio, non si è mai espresso nel merito, ed anzi, risulta aver finora sistematicamente disertato le riunioni svoltesi sull’argomento presso l’Ente da lui presieduto. Forse sta adattando lo slogan: ARIA, FUOCO, TERRA, ACQUA!!! In quale ordine?

- Piuttosto anomala appare anche l’adesione, quasi incondizionata, dei principali sindacati territoriali al suddetto progetto. Non si comprende in base a quale titolo o in base a quali evidenze scientifiche, posto che  le posizioni sul tema sono piuttosto eterogenee e contrastanti. E’ legittimo il dubbio che l’unica motivazione sia quella di “ubbidire”!. Sono convinto che il loro ruolo debba essere quello di tutelare i diritti dei lavoratori e non quello di fare da cassa di risonanza alle esigenze del politico di turno.

Da parte mia non c’è una posizione preconcetta all’eventuale progetto di riconversione dell’impianto. Tuttavia sarebbe utile avere delle risposte ai dubbi evidenziati. E’ importante conoscere la condizione dell’attuale impianto e valutare il suo stato di efficienza ovvero la condizione di obsolescenza. Solo dopo si potrà ragionare sulla possibilità di un progetto di riconversione, valutando tuttavia costi e benefici dell’iniziativa, impatto ambientale e utilità per il territorio e per la realtà industriale dei nostri paesi ( Se ancora di industria si può parlare!!!)

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