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Cittadini Liberi: "anche il Sindaco di Sedilo nel fronte dell'ambiguità"

Il comitato contro il carbone attacca Umberto Cocco

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Il dibattito sulla centrale a carbone di Ottana, ha offerto una buona occasione al sindaco di Sedilo Umberto Cocco per esternare alcune considerazioni che confermano l’appartenenza a quello che per noi , “cittadini liberi”, è il fronte dell’ambiguità.
E’ incredibile come il Sindaco riesca a dire tutto e il contrario di tutto: condivide le preoccupazioni del sindaco di Ottana, ma non lo scontro fra posizioni pregiudiziali; è rattristato per le contestazioni mosse al sindacato, ma ammette che questo è sensibile alle lusinghe del padrone; descrive Clivati come un giovane padrone spregiudicato con il quale, però, si deve dialogare per stabilire il numero e i criteri di assunzione;
l’Omodeo è inquinato, ma non a causa degli scarichi dell’industria.
La sola certezza per il sindaco è che l’unico soggetto con cui prendersela è la Regione, a cui attribuisce tutta la responsabilità. Non sappiamo se il sindaco avrebbe puntato ugualmente il dito contro il Governatore se, anziché chiamarsi Ugo Cappellacci, si fosse chiamato Renato Soru.
I nostri no e “il gusto e la libertà di poterli gridare, appassionandoci, credendo di contare” li abbiamo rivolti indifferentemente sia all’attuale governo di centrodestra, che vuole  una centrale a carbone, sia al precedente governo di centrosinistra che voleva realizzare un megainceneritore. Anche allora era un’imposizione, una decisione calata dall’alto e non condivisa dalle comunità. Non ricordiamo, però, che il sindaco di Sedilo, a quel tempo, abbia fatto alcuna riflessione sulla nostra subalternità, sempre a rimorchio. Eppure era una storia che conosceva molto bene, essendo portavoce del Presidente Soru.
Riteniamo che il sindaco non abbia le carte in regola per farci lezioni sulla nostra povertà culturale e politica, e il suo filosofare da sofista ci convince davvero poco.
E’ amaro ammettere, invece,  che siamo stati sempre al rimorchio di una classe politica sarda (soprattutto quella del nuorese) preoccupata, più che del bene collettivo, di gestire la cosa pubblica in termini personalistici, al fine di occupare posti di potere. Una classe politica che ha trovato consensi grazie a un sistema clientelare ingannevole, fatto di ricatti, che ha costretto i cittadini a una condizione di sudditanza, limitandone di fatto la libertà.
Come cittadini ci sentiamo impotenti e forse avremmo contato un po’ di più se fossimo stati rappresentati dai nostri sindaci.

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