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Gli operai di Ottana Polimeri: "ridateci la dignità del posto di lavoro"

Non vogliamo gli Ammortizzatori Sociali come risposta definitiva alla nostra vita !!

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Noi lavoratori di Ottana Polimeri intendiamo ancora una volta sensibilizzare l’attenzione della Politica Regionale e della Opinione Pubblica sulle nostre preoccupazioni, alla luce di questi fatti :

ormai gli impianti di Ottana Polimeri sono fermi da più di due anni; in questo tempo che noi giudichiamo enorme si sono fatti decine di incontri, tavoli tematici, buoni propositi e quant’altro.

Il risultato come sempre è il solito : Cassa Integrazione (ora straordinaria), nessun riavvio anche parziale dell’impianto, famiglie disperate e come sempre in Sardegna, lo spettro della disoccupazione si palesa ogni giorno di più.

Si aggiunga a tutto questo lo stato totale di abbandono e la mancanza di informazioni che devono subire i lavoratori.

Non si hanno più notizie chiare sui seguenti temi :

1°   Stato della trattativa sulla cessione degli impianti di Sarroch a Ottana Polimeri (Indorama e Gruppo Clivati);   tale operazione ricordiamo che è stata definita da management, politica locale e regionale e Sindacati come fondamentale per la ripartenza della filiera del PET, e quindi di Ottana; di conseguenza il riavvio e la possibile riconversione della centrale termoelettrica di Ottana Energia.  Le recentissime notizie positive provenienti dalla Autorità per l’Energia, che ha deliberato l’utilizzo della Centrale Bio Power per la riaccensione della Rete elettrica e la possibilità di stipulare un contratto di servizio con Ottana Energia per la Riserva terziaria, fanno presagire la ripartenza della centrale, che è nata per la fornitura delle utilities alla industria chimica;    questo  ricrea la condizione per il riavvio degli impianti del PET.

2°     Ribadiamo con forza la necessità urgentissima della convocazione di un incontro alla presenza di Eni, Saras, Indorama e gruppo Clivati con le istituzioni, per uscire dallo stallo ed accelerare la chiusura della operazione e facilitare il rilancio con la sottoscrizione di un accordo di programma.

3°   Chiediamo alla Regione Sardegna una azione di accompagnamento, controllo e supervisione sulla delicata fase di trattativa per la vendita degli asset di Sarroch, verificando la reale volontà di chiudere questa operazione commerciale.

4°    Chiediamo alla Regione di imprimere tempi rapidi per la chiusura di questa vertenza e quindi il riavvio degli impianti;   ricordiamo a tutti che IN TEMPI BREVI SCADRA’ LA CASSA INTEGRAZIONE STRAORDINARIA PER GLI OPERAI DI OTTANA POLIMERI.

Questo vuol dire che se in tempi brevi non si sarà risolta la vertenza e iniziati i lavori di ristrutturazione, anche le nostre famiglie andranno a rinforzare l’elenco delle persone che hanno perso il lavoro e saranno in mezzo ad una strada in Sardegna.

Non vogliamo gli Ammortizzatori Sociali come risposta definitiva alla nostra vita !!

Non vogliamo aggiungerci alla triste fine di tante vertenze industriali in Sardegna.

Gli impianti industriali ci sono, in buona parte sono nuovi, i lavoratori sono altamente professionalizzati, e qualificati. Pertanto servono solo soggetti industriali e Piani industriali.

5°    Chiediamo già da ora alla Politica Regionale un impegno chiaro e concreto per una soluzione di emergenza alternativa, nell’eventualità si verificasse l’impossibilità da parte del gruppo industriale alla ripartenza degli impianti. Un impegno a fare si che gli impianti industriali di Ottana Polimeri siano disponibili solamente per l’utilizzo produttivo ed il lavoro.  Non ci auguriamo questo, ma la disperazione ci fa pensare a tutto.

La Regione Sarda dia garanzie che il patrimonio industriale costruito con i denari pubblici venga tutelato.

Alla luce di queste considerazioni, chiediamo al Presidente Pigliaru, con l’Assessore Piras,  di incontrare i lavoratori di Ottana Polimeri per confermare il suo impegno a chiudere positivamente la Vertenza di Ottana ed evitare l’ennesimo funerale industriale nell’isola;  dopo anni di parole, sit-in, manifestazioni, una sconfitta farebbe vincere la disperazione e la vergogna.

 Un rilancio che noi riteniamo sostenibile, economicamente e industrialmente, se tutte le parti faranno con impegno il loro mestiere.

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