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Struttura ricettiva di Badde Salighes, l'ex gestore chiede i danni all'Unione dei Comuni

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BOLOTANA. Ancora problemi per la struttura ricettiva di Badde Salighes, chiusa dal 2013 e già al centro di una lunga controversia legale: la società cooperativa Le Scuderie, che l'ha gestita dal 2007 al 2013, ha deciso infatti di intraprendere un'azione legale contro l'Unione dei Comuni del Marghine, ente proprietario dei locali montani in territorio di Bolotana, per chiedere un risarcimento danni morali e materiali.

L'ex gestore ritiene infatti di non esser stato messo nelle condizioni di far decollare il bar-ristorante-albergo a due passi dalla villa stile inglese che fu dell'ingegnere gallese Benjamin Piercy: per avvalorare questa tesi produce una serie di documenti che certificano le numerose comunicazioni e le richieste fatte negli anni all'ente, al quale si facevano presenti le situazioni problematiche che interferivano con lo sviluppo dell'attività turistico-ricettiva.

Claudio Citzia, legale rappresentate della cooperativa Le Scuderie, racconta oggi di essersi ritrovato ad operare in locali con gravissime carenze strutturali mai risolte: «quando abbiamo avviato l'attività, nell'estate del 2007, lo abbiamo fatto senza linea telefonica e senza illuminazione pubblica, in una condizione di grave isolamento che poco si sposa con una realtà che vuole svolgere attività ricettiva e turistica. Non solo, perché ben presto ci siamo resi conto che il tetto dell'albergo era un vero e proprio colabrodo, con perdite in tutte le camere superiori della struttura, invase tra l'altro da nidi di mosche che si erano insinuati nel perlinato e che, accendendo il riscaldamento, invadevano le stanze creando una condizione igienica non accettabile. L'impianto di antenne televisive, dato per nuovo, era assolutamente inefficiente – racconta ancora - e si sono riscontrati problemi sull'impianto elettrico, idrico e fognario. Inoltre non veniva effettuata la raccolta dei rifiuti urbani e neppure lo sfalcio e la pulizia delle strade adiacenti la struttura, così come il servizio di spazzaneve nei mesi invernali».

Un quadro, quello disegnato dall'ex gestore, nel quale viene fatto rientrare anche il disatteso accordo con l'Università di Sassari ed il mancato decollo del Giardino Botanico: elementi, questi, considerati da Citzia fondamentali per l'avvio del complesso turistico e che avrebbero inciso fortemente sulla gestione della struttura.

Insomma, al mancato pagamento dei canoni di affitto richiesti dalla proprietà, l'ex gestore contrappone i danni subiti per le condizioni generali nelle quali è stato costretto ad operare.

Se già l'Unione, nel dicembre 2017, aveva deciso di proseguire in giudizio contro la Società Cooperativa per cercare di recuperare i canoni di affitto dovuti e non versati dall'affidatario (circa 100 mila euro), ora gli elementi in campo sembrerebbero comporre un mosaico più ampio che sarà il tribunale a valutare nel dettaglio.

Con la sentenza non definitiva del giugno del 2017, emessa dal tribunale di Oristano e con la quale si dichiara la risoluzione del contratto con la società Le Scuderie, l'Unione dei Comuni è rientrata in possesso del bene immobile: è questa la sentenza che la società ha deciso di impugnare per far valere le sue ragioni.

«Se è giusto che l'ente pubblico persegua i suoi interessi – ci dice Claudio Citzia – non è giusto però che esso scarichi completamente i rischi e le perdite gestionali sul privato gestore, per responsabilità obiettivamente imputabili a carenze strutturali del complesso oggetto della concessione e ad inadempienze programmatiche riconducibili allo stesso ente appaltante».

L'ente sovracomunale nel frattempo ha avviato le procedure per la gara con la quale si affiderà la nuova gestione: la pubblicazione del bando avverrà probabilmente nei prossimi mesi estivi, verosimilmente a Luglio.

Di certo oggi le condizioni di contorno sembrano differenti da quelle esistenti nel 2007, visti gli investimenti pubblici che hanno consentito in questi ultimi anni interventi sulla strada d'accesso al borgo, sul giardino e sui muri perimetrali della Villa.

Su quella che fu la caserma dei carabinieri a cavallo e che oggi dovrebbe essere il cuore ricettivo del sito montano non si può invece dire altrettanto: di recente sicuramente non sono stati fatti interventi sul ristorante-albergo e dunque, a rigor di logica, dopo anni di chiusura le sue condizioni potrebbero addirittura essere peggiorate. Non è da escludere però che vi siano ulteriori finanziamenti pubblici da impiegare per la sua riqualificazione.

Pur nelle tante contraddizioni che da sempre sussistono nel suggestivo sito bolotanese, non si può che constatare che attorno a Badde Salighes vi sia un gran movimento ed anche un rinnovato interesse: come abbiamo raccontato pochi giorni fa, l'associazione formata da alcuni dei proprietari delle abitazioni del borgo ha elaborato addirittura un vero e proprio progetto di sviluppo su Badde Salighes, le cui linee guida sono state di recente esposte da Sandro Murtas nella presentazione pubblica tenutasi, forse non a caso, a Macomer.

Proprio su Macomer sembrerebbe infatti spostato ultimamente l'asse di inquadramento del sito montano, con il Comune di Bolotana che, ad oggi, almeno apparentemente, parrebbe giocare la partita per il futuro sviluppo del territorio in un ruolo di secondo piano.

 

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