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Il Marghine e i suoi "rifiuti".

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Rifiuti, dopo tanti anni siamo ancora alle chiacchiere e alle solite ipocrisie.

Sono passati anni dalle grandi discussioni e tavoli pubblici in merito al problema dei rifiuti nel nostro territorio, con continue speculazioni che per certi versi provocavano anche un certo disgusto, specie quell’atteggiamento culturale supponente che in poche parole posso riassumere come volutamente disinformativo.

Si era d’accordo in linea di massima, solo sulla gravità del problema in generale ma quando poi si provava ad affrontarlo seriamente iniziavano a sorgere le profonde divisioni di parte tra politici, comitati e lavoratori del settore.

Il contendere nasceva dalla domanda se si voleva o meno la costruzione della nuova linea di termovalorizzazione di Tossilo a Macomer, e diventavi sistematicamente di destra se dicevi di si, se volevi la raccolta differenziata eri di sinistra e se poi ti dimostravi ancora più virtuoso dicendo che propendevi per i rifiuti zero allora eri in assoluto “l’ambientalista quello duro e puro”.

Vediamo che ancora oggi dopo gli ultimi articoli apparsi sui vari quotidiani locali e su alcuni social on line, continuano (Zero Waste) nell’infinita polemica di chi non vuole arrendersi alla realtà dei fatti (la nuova linea è in fase di costruzione) nel dire provocatoriamente ancora NO al sistema di filiera dei rifiuti che non ha purtroppo altre efficaci alternative.

Non è poi così difficile trovare la soluzione, senza una misura condivisa, senza la volontà di agire e controllare, alla fine siamo sempre lì, e ci arrocchiamo nel logorio ipocrita di chi vuole allontanare la soluzione del problema dimenticando che i rifiuti li vediamo sempre più buttati nelle cunette, dentro i paesi, le città e nelle varie strade di penetrazione agraria.

Pratica che tra l’altro culturalmente rischia di diventare cattiva abitudine, cioè, “alla fine, butto tutto per strada, tanto poi qualcuno li ritira e li allontana”. Meglio sarebbe invece conoscere l’intero ciclo informando correttamente, mettendosi d’accordo sulla scala delle priorità.

Per esempio, con certezza si sa che 150 mila caldaie domestiche, nella città di Firenze, inquinano più di 100 termovalorizzatori di media portata. Sappiamo che il 98% dei gas che alterano il clima derivano dai milioni di veicoli, dalle caldaie domestiche, appunto, e dalle migliaia di impianti industriali, comprese le centrali elettriche alimentate a carbone che ci garantiscono i servizi quotidiani dei quali tutti “ambientalisti compresi” non possiamo più farne a meno.

Naturalmente non ci sogniamo nemmeno per un attimo di bloccare con dei NO perenni il traffico e nemmeno l’industria, ci limitiamo però ipocritamente a proclamare qualche domenica ecologica (quando ci fa comodo) che mette d’accordo tutti e scontenta allo stesso tempo tutti.

La misura serve a scegliere, con senso di responsabilità e non è più possibile spostare il problema e nasconderlo disinformando la cittadinanza.

Le chiacchiere invece servono a pavoneggiarsi all’interno dei vari comitati che nascono come i funghi, a garantirsi l’elettorato e la poltrona, ma i rifiuti possono essere sì allontanati, ma non lasciati per strada.

E come per “incanto” ce li ritroviamo, regolarmente nonostante il passare degli anni, di nuovo accanto!

                                                                                        Franco Cappai

Segretario Uiltrasporti Centro Nord Sardegna

 

 

 

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