MACOMER. La sua storia non è di certo indenne da colpi di scena, ma probabilmente questo è il più clamoroso.
Ieri mattina, presso l'area nella quale sono in corso i lavori per la costruzione del nuovo Inceneritore di Tossilo, la Polizia Giudiziaria, su disposizione della Procura di Oristano, ha provveduto a sequestrare il cantiere.
Il cosiddetto “Termovalorizzatore” di Macomer, al centro da anni di tante polemiche, torna così suo malgrado alla ribalta delle cronache e lo fa non solo a ridosso del voto elettorale regionale, ma anche a lavori di costruzione in stadio decisamente avanzato.
Sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti vi sarebbero alcuni elementi contenuti nella Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA), procedura approvata dalla Regione il 27 marzo del 2015 e con la quale si è dato il via libera definitivo alla realizzazione del nuovo forno che dovrebbe bruciare 60 mila tonnellate di rifiuti all'anno nel sito della zona industriale di Macomer.
In particolare, al centro dell'attenzione sembrerebbe esservi il parere positivo reso a suo tempo dalla Asl di Nuoro nell'ambito della procedura autorizzativa: questo è stato espresso attraverso la trasmissione di uno studio del Centro Epidemiologico Aziendale (CEA) che analizzava la situazione riguardante la mortalità nella provincia di Nuoro.
Secondo le indiscrezioni emerse nel corso della giornata di ieri, la Polizia Giudiziaria nei giorni scorsi (giovedì 14 Febbraio) avrebbe fatto visita anche agli uffici della direzione della Asl nuorese, portando via documenti e, parrebbe, persino dei referti medici.
Se il condizionale ovviamente è d'obbligo visto il riserbo assoluto che vige sull'inchiesta oristanese, la questione sembrerebbe indirizzarsi su questioni di tipo sanitario e, presumibilmente, su quei dati che, sostanzialmente, non avevano evidenziato particolari criticità sanitarie rispetto ad altri territori.
Dati che già 4 anni fa avevano alimentato le polemiche delle associazioni ambientaliste come Zero Waste e Non Bruciamoci il Futuro, da sempre in prima fila contro la costruzione del nuovo inceneritore, e la durissima presa di posizione del compianto ex presidente dell‘Isde-Medici per l’ambiente Vincenzo Migaleddu, che da subito aveva bollato il parere espresso del Centro epidemiologico dell’Asl di Nuoro come carente del rigore metodologico necessario e “corredato di dati parziali utilizzati in maniera altrettanto parziale”, facendo notare che lo studio teneva conto dei dati fino al 2009, nonostante fossero già disponibili quelli relativi al triennio 2011-2013 che facevano emergere criticità proprio rispetto all'incidenza tumorale nell'area.
L'intervento della Procura e la messa sotto sequestro del cantiere ha colto di sorpresa il Consorzio Industriale di Macomer che, attraverso il direttore Mario Rubattu, ha detto che i sigilli sono arrivati “come un fulmine a ciel sereno” e che l'ente si sta attivando per chiedere il dissequestro del cantiere nei tempi più brevi possibili.