Partecipa a IlMarghine.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Una guerra potrebbe fermare il calcio? Primi allarmi

Condividi su:

Le tensioni tra Russia e Ucraina sono sempre più accese. Lo scenario di una guerra è sempre più probabile e nessuno sembra intenzionato a fare un passo indietro per scongiurare lo scenario peggiore. Le autorità americane addirittura ipotizzano che il primo attacco ufficiale da parte degli uomini di Putin potrebbe avvenire giorno 16 febbraio. Il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha invitato tutti gli italiani presenti nel suolo ucraino ad abbandonare la nazione con il primo volo di linea disponibile.

Tra gli italiani presenti in Ucraina c’è Roberto De Zerbi, allenatore dello Shakhtar Donetsk. Oltre ,all’ex allenatore del Sassuolo ci sono anche oltre otto italiani che fanno parte dello staff del tecnico: il vice Davide Possanzini, i preparatori Vincenzo Teresa, Marcattilio Marcattili e Agostino Tibaudi, l’allenatore dei portieri Giorgio Bianchi, il collaboratore tecnico Paolo Bianco e l’osservatore Salvatore Sasà Monaco.

Staff di calcio al sicuro

Per ora De Zerbi e i suoi collaboratori sono al sicuro in Turchia nella città di Belek, dove la squadra sta svolgendo il ritiro invernale in attesa della ripresa del campionato. In Ucraina, il campionato dovrebbe ripartire il 26 febbraio e la squadra neroarancio allenata dal tecnico italiano dovrebbe affrontare il Metalist. Viste le tensioni, la ripresa sembra difficile e le autorità politiche ucraine per ora non hanno impartito alcuna direttiva; la situazione è delicatissima e ogni mossa che si intraprende sul piano decisionale necessita cautela e ponderazione.

Esuli da anni

La squadra di Donetsk ormai da anni è “abituata” a giocare lontano dalla sua città natale che è situata nell’area di Dombass; una regione estremante controversa viste le vicende politiche con la Russia.Il territorio è prevalentemente filorusso e separatista e giocare lì risulta impossibile. La gloriosa squadra ucraina non gioca nella Dombass Arena ormai dal 2014 e l’avveniristico impianto non è altro che un cumulo di ceneri e rottami a causa delle bombe. Vista l’assidua presenza dello Shakhtar in Champions League si era deciso di investire in un impianto che potesse accogliere un pubblico più ampio e fornire tutti i comfort presenti negli altri stadi europei.

Shakhtar,una fabbrica di talenti

Lo Shakhtarnel corso degli anni ha prodotto talenti come Fernandinho, che è diventato una bandiera del Manchester City,Luiz Adriano che ha giocato nel Milan, Mkhitaryan che attualmente milita nella Roma, Douglas Costa che è stato alla Juve e moltissimi altri. Giocatori dalla caratura tecnica elevatissima che si sono ritrovati a giocare nei migliori campionati europei.

L’anno scorso la squadra di Dombass ha addirittura eliminato l’Inter dalle coppe europee. Il sorteggio ha voluto che anche quest’anno le due compagini si rincontrassero nella fase a gironi e molti siti di scommesse sportive non aams puntavano forte nella qualificazione della squadra di De Zerbi. Fortunatamente gli altri campionati sembrano intenzionati a proseguire.

Da dove può arrivare l’attacco russo?

L’avanzata russa potrebbe oltrepassare il confine da un momento all’altro. Le zone più calde da dove potrebbero arrivare gli attacchi sono proprio Dombass, ex casa dello Shakhtar,oppure la Crimea, la penisola sul mar Nero sede di moltissime contestazioni vista l’annessione militare dell’area da parte della Russia. Putin ha schierato quasi 100.000 uomini lungo il confine con l’Ucraina e 32.000 di questi sono in Crimea. Nel porto di Sebastopoli, il leader politico russo ha già posizionato le navi da combattimento. La situazione per il panorama calcistico ucraino (e non solo) rimane complessa e molto delicata.

Gli ultimi colloqui lasciano trapelare un cauto ottimismo e pare che Putin abbia ritirato alcune truppe che prima erano posizionate al confine. I maggiori leader politici di tutto il mondo stanno intervenendo per cercare di fermare una guerra che non conviene a nessuno. Nonostante le distanze politiche siano evidenti,è necessario insistere su questa soluzione che si basa sugli accordi verbali. Al calcio ucraino e al pubblico internazionale non resta che rimanere in attesa e sperare che il conflitto possa non avere sviluppi concreti e avere fiducia in una risoluzione diplomatica che non preveda l’uso di alcuna arma.

Condividi su:

Seguici su Facebook