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Macomer. Epatologia: ambulatorio chiuso e pazienti “abbandonati”

La denuncia dei pazienti affetti da Epatite C

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MACOMER.  L'unità di Epatologia del Distretto Sanitario di Macomer è chiusa.
A lanciare l'allarme, ancora una volta, i pazienti affetti da Epatite C di Bolotana che, come tanti altri residenti del Marghine (circa 600), usufruivano del servizio del poliambulatorio di Macomer in modo costante e continuativo, in quanto la patologia in questione necessita di controlli a scadenza semestrale, con un monitoraggio regolare.

“Il servizio manca da 10 mesi – ci dice  G.M. , 69 anni – La Asl non si è neppure preoccupata di comunicarci l'interruzione. Ho scoperto della chiusura dell'ambulatorio il 4 Dicembre recandomi sul posto per prenotare la visita. Ho fatto l'eco addome con il Prof. Scanu, grazie al quale esiste ancora questo servizio a Macomer, che è propedeutico all'esame epatologico successivo, ma ora non so a chi rivolgermi”.

L'assenza di un presidio epatologico stabile si trascina dall'Ottobre del 2013: l'indisponibilità per ragioni familiari del Prof. Solinas, che fino a quel momento aveva garantito un livello di straordinaria eccellenza al servizio, di proseguire nella sua attività presso Macomer, aveva creato una sospensione durata svariati mesi, fino all'arrivo del Dott. Bandiera, nel Febbraio del 2014.
Un riavvio che si è palesato però come momentaneo secondo i pazienti affetti da Epatite C, che ad oggi dichiarano di non avere nessuno specialista epatologo al quale rivolgersi.

“Una situazione – conclude G.M. - che tra l'altro inibisce l'accesso al trattamento a base di Sofosbuvir, un farmaco che rappresenta la nuova frontiera nella cura dell’epatite C e che ha le potenzialità per curare la maggior parte dei pazienti, sradicando il virus anche nelle forme più avanzate”.

Una situazione gravissima che si ripercuote sulla salute degli utenti, disorientati e disarmati di fronte ad una carenza sanitaria che non consente loro di effettuare gli indispensabili controlli periodici e alla quale ci si augura che la Asl ponga presto rimedio.

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