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Ottana. Quel patto che ha determinato le sorti del Consorzio: Lavoratori senza stipendio e al Privato ... gli Utili

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OTTANA. Parlare della Zona Industriale di Ottana- Bolotana e della sua lunga e pressoché generalizzata agonia non fa di certo bene allo spirito e, forse, neppure alla salute.

Ci sono dei periodi, ad intervalli cadenzati, in cui un velo di silenzio e torpore sembra ricoprire tutto ciò che riguarda le vicende dell'area e poi, come se una sferzata di vento ne risvegliasse gli animi, ancora delle voci si ergono a spezzare quella quiete inquieta che avvolge la Piana che un tempo fu Industriale.

A farlo, ancora una volta, sono i dipendenti del Consorzio Industriale Provinciale di Nuoro, giunti probabilmente a quel punto di non ritorno che avevano già in molte occasioni preannunciato: casse vuote e impossibilità di pagare gli stipendi.

Lo fanno con una nota stampa senza sconti, che sembra rispondere alla necessità di sviscerare le “origini del male” che ha determinato la condizione attuale, richiamando in causa le scelte fatte nel 2010 e inserite in un patto a 3 firmato in Regione tra l'Assessorato all'Industria, lo stesso Consorzio e l'imprenditore Paolo Clivati: un accordo dal quale i lavoratori fanno iniziare la “lenta agonia” dell'Ente Pubblico, le cui casse vengono depauperate dall'applicazione di uno sconto del 50% sul costo dei servizi resi dal Consorzio.

E l'accusa, non certo velata, che si sia lavorato non per fare l'interesse dei lavoratori, con la salvaguardia dei posti di lavoro, o per tutelare la parte pubblica, ma ad esclusivo vantaggio di colui che a Ottana detiene una posizione di dominio incontrastato: il patron di Ottana Polimeri e di Ottana Energia Paolo Clivati.

E poi, le proposte presentate dal Consorzio per diversificare l'offerta di servizi, per le quali però non sarebbero imminenti le necessarie autorizzazioni, e il silenzio imbarazzante della politica: un quadro a tinte fosche che, nonostante tutto, non sembra far scaturire negli interlocutori istituzionali un interessamento vero e convinto.

Di seguito, in forma integrale, pubblichiamo il documento firmato dai Lavoratori del Consorzio Industriale Provinciale di Nuoro:

In relazione al mancato pagamento della quattordicesima e stipendio di giugno, i dipendenti del C.I.P. di Nuoro esprimono la loro profonda preoccupazione. Oggi si concretizza una situazione ampiamente preannunciata e ribadita in diverse sedi. Questa realtà si è manifestata a causa di dinamiche recenti (fermata della centrale elettrica), ma si congiunge con radici profonde a fatti avvenuti tempo addietro.

Era il marzo 2010 quando in Regione si firmava il patto del territorio a tre: Clivati, Assessorato all’industria e, con obbligo di firma, il Consorzio Industriale Provinciale di Nuoro .

In questo accordo ci si impegnava per attuare diverse forme di intervento con l'ambizione di abbattere le diseconomie storiche del sito di Ottana. Questo patto, per quasi la sua totalità, è rimasto sulla carta, tranne che sulla riduzione di oltre il 50% delle tariffe applicate dal Consorzio che, per altro, erano già bloccate ai valori del 2002.

Da subito si è rivelato un accordo lesivo per le casse del CIP, al di fuori di ogni regola economica e commerciale. In quella firma, di fatto, si decretava la lenta agonia del Consorzio.

Negli anni successivi non son bastati due esodi incentivati per i lavoratori CIP, finanziati con soldi regionali (circa 8.000.000 di euro) spesi per assecondare la richiesta di gestire gli asset del CIP, avanzata da parte del patron Clivati.

Ad impianti fermi e con centinaia di lavoratori rimasti a casa, oggi appare del tutto chiaro il fatto che a nulla sono valse le cure dimagranti somministrate negli anni all’Ente consortile, in quanto, le cause della crisi del sito di Ottana non risiedevano nel costo dei servizi del Consorzio, ma, in maggior misura, da altre parti.

Oggi si può affermare che un Ente pubblico si è esposto finanziariamente, non tanto con lo scopo di consentire al privato di mantenere i livelli occupazionali, ma bensì con l'unico obbiettivo di fargli conseguire ulteriori utili.

E’ pertanto vergognoso che oggi a pagarne le conseguenze siano anzitutto coloro che giorno dopo giorno, nonostante non ricevano lo stipendio, portano avanti il servizio depurativo garantendo la tutela dell'ambiente ed il servizio alle altre aziende presenti nel sito (Corstyrene, Antica Fornace, Biopower.....), che altrimenti sarebbero costrette a fermare le loro produzioni.

Ricordiamo che dietro ogni lavoratore ci sono delle famiglie, che in questo frangente vivono un momento di grave difficoltà di cui la politica deve tener conto in massimo grado.

Detto ciò, negli ultimi tempi il Cip si è impegnato, con il sostegno delle Organizzazioni Sindacali, nella ricerca di soluzioni promuovendo la diversificazione delle sue attività con il duplice obbiettivo, da un lato, di garantire gli stipendi ai lavoratori e ,dall'altro, di continuare ad erogare servizi indispensabili per le imprese, non solo per quelle di Ottana e Bolotana, ma va ricordato che l’Ente gestisce anche le z.i. del Sologo. E' inoltre imminente l'apertura e gestione di un centro di compostaggio a Nuoro.

Le soluzioni individuate riguardano i progetti presentati da tempo agli Enti provinciali e regionali per avere l'autorizzazione a trattare nell'impianto di depurazione di Ottana i rifiuti liquidi provenienti da autospurgo. Questa attività garantirebbe la sostenibilità economica dell’Ente anche nell'ipotesi che la crisi industriale continui.

Il nodo sta nei tempi delle pratiche autorizzative, ma il disagio dei lavoratori senza stipendio chiama tutti i soggetti coinvolti ad una presa di coscienza per addivenire ad una maggior convergenza di intenti.

In particolare gli Enti che fanno parte dell'Assemblea Generale del Consorzio Provinciale (otto Comuni e la Provincia di Nuoro), devono prodigarsi per essere stimolo verso la Regione che deve riprendere ad occuparsi delle sorti occupazionali del nostro territorio.

Ci rammarica il silenzio degli Assessorati regionali all'Industria, all'Ambiente e Lavori pubblici, che hanno ignorato la richiesta di incontro inviata dalle organizzazioni Sindacali l'otto Aprile c.a, con la quale denunciavano la situazione sopra esposta.

Se la politica locale e regionale si fosse mossa a sostegno del Consorzio e del suo ruolo istituzionale con lo stesso impegno profuso a favore delle imprese private oggi il Consorzio (Ente pubblico economico) non sarebbe in questo stato.

Questa situazione ormai non può essere affrontata con superficialità, noi sosteniamo che attraverso la diversificazione delle attività (trattamento rifiuti liquidi e compostaggio) il Consorzio raggiungerà la piena sostenibilità economica senza gravare sui conti pubblici.

E' urgentissimo che le parti sociali, Comuni, Provincia e Regione riprendano un confronto sui temi dello sviluppo e del rilancio delle attività produttive nella Sardegna centrale”.

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