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"Soluzioni definitive per i problemi del comparto e per la ripartizione dei fondi sulla siccità": il documento del Comitato spontaneo Allevatori Comparto Bovino della Sardegna/Movimento agricolo Sardo

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Ormai da oltre due mesi il Comitato spontaneo Allevatori Comparto Bovino della Sardegna/Movimento agricolo Sardo chiede uno stanziamento supplementare di risorse da destinare a tutti i comparti agricoli danneggiati dalla siccità per equiparare, rispetto al comparto ovicaprino, l’intervento risarcitorio a favore di tutti gli altri comparti agricoli che realmente hanno subito danni dall’assenza di piogge e che, ad oggi, non hanno ricevuto ancora nulla!

Le proiezioni e i conteggi attuali sulla quantificazioni di un possibile ristoro per i diversi comparti interessati dal provvedimento ed emerse dalla discussione intercorsa negli ultimi incontri del Tavolo verde tenutosi in Regione, non vanno assolutamente in questa direzione!

Chiediamo che la ripartizione venga fatta a favore delle aziende agricole che realmente hanno avuto danni dalla mancata piovosità siccità dello scorso anno e che si eviti una ripartizione a tutti in funzione di una ipotetica distribuzione – media della media – del danno da evento calamitoso. Far riferimento esclusivamente a valori medi significherebbe infatti ripartire le poche risorse disponibili tra chi ha subito danni e chi no. A titolo di esempio: assumere a riferimento una piovosità media di 60 mm significa considerare un intervallo che va da zero millimetri a 120 millimetri di pioggia equiparando di conseguenza due situazioni, dal punto di vista del danno, che non sono assolutamente comparabili!

Per questo motivo siamo assolutamente contrari alla proposta emersa, ma ancora non deliberata, al Tavolo Verde che ha indicato di ripartire le risorse spettanti al comparto bovino nel seguente modo: 65 euro/uba per il bovino da carne, e 15 euro/uba bovino da latte. Una indicazione generica che non tiene conto della reale situazione e che rischia di risarcire anche aziende agricole che hanno utilizzato l’acqua delle condotte irrigue e che affermano di non avere subito danni da siccità nella scorsa stagione.

Già da tempo abbiamo, inoltre, abbiamo sollevato il problema della disponibilità dei vaccini blue tongue per la movimentazione extra regionale dei vitelli da ristallo e dei bovini da ingrasso chiedendo che questo trattamento, obbligatorio per poter movimentare gli animali e necessario per prevenire la diffusione del morbo della lingua blu nell’intero territorio regionale, fosse in carico al servizio veterinario regionale. Da una recentissima verifica ci risulta che il vaccino non sia disponibile se non con un numero irrisorio di dosi presso i distributori sia regionali che extra regionali (verifiche in Emilia Romagna, Lombardia e Toscana). Non si ha inoltre certezza di quando lo sarà e si rischia il completo blocco della movimentazione, delle trattative e della vendita delle produzioni autunno-vernine di moltissime aziende agricole con i relativi gravissimi danni economici che si possono immaginare. Tutto questo nonostante, in un recente incontro con l’allora capo di Gabinetto dell’assessore alla Sanità regionale, il dott. Gianni Salis, ci fosse stato garantito il contrario: “la Regione – sostenne in quell'occasione Salis -ha dato disposizioni ed assicurerà la disponibilità di adeguate dosi di vaccino presso la rete dei distributori dei farmaci veterinari, a cui potete rivolgervi in qualsiasi momento”. Una rassicurazione che si è rivelata falsa visto che ad oggi  la Regione non è stata in grado di approvvigionarsi nemmeno per le proprie esigenze, cioè per la vaccinazione dell’intero patrimonio ovicaprino regionale. Per avere una continuità di approvvigionamento e quindi la disponibilità, avrebbe dovuto ordinare per tempo i vaccini, entro il 30 settembre 2017, presso l’unica azienda  produttrice, di cui noi allevatori sardi siamo gli unici clienti, che avrebbe attivato i suoi impianti di produzione sparsi in Europa.

La scarsissima disponibilità dei vaccini si ripercuote pesantemente sul costo degli stessi che hanno oggi costi doppi o tripli di quelli indicati nei documenti ufficiali di varie regioni italiane (ad esempio, Friuli Venezia Giulia…). Giustificare questa situazione, pesante per la gestione e l'economia delle aziende interessate, col fatto che la vaccinazione non rientri nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) è inaccettabile anche da un punto di vista economico. Quanto sarebbero infatti costate alle casse della sanità regionale 200.000 dosi aggiuntive di vaccino ordinate per tempo? Risparmiare sul bilancio della sanità tagliando servizi, rende facile il raggiungimento di obiettivi manageriali, ma come in questo caso danneggia un importante comparto dell'agricoltura sarda, già pesantemente colpito da enormi difficoltà. I tagli ai costi della sanità regionale dovrebbero essere altri… Bisognerebbe incidere sull’efficienza della spesa e non sulla sua efficacia.

Comitato spontaneo Allevatori Comparto Bovino della Sardegna/Movimento agricolo Sardo ha richiesto formalmente un incontro al Presidente del Consiglio Regionale e ai capigruppo per chiedere uno stanziamento supplementare di risorse da destinare a tutti i comparti agricoli danneggiati dalla siccità al fine di equiparare l’intervento risarcitorio – del resto dell’agricoltura sarda - a quello già erogato a favore del comparto ovicaprino. Ha anche chiesto la partecipazione all’incontro di tutte le rappresentanza agricole regionali (Coldiretti, Cia, Copagri, Confagricoltura e Agrinsieme).

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