Parole dure, contenuti offensivi e metodi di sostenere un dibattito politico più antiquati di quelli che si vorrebbero contestare: questo è quello che emerge dal comunicato (al link: http://www.ilmarghine.net/…/giovani-dem-arroganza-violenza-…) divulgato da Daniele Nieddu in nome e per conto dei Giovani Democratici del Marghine (da cui evidentemente ha avuto mandato di pubblicare simili contenuti), in cui si accusa l’attuale amministrazione comunale, di cui faccio parte, di utilizzare “metodi fascisti”.
Mi sarei aspettato che un gruppo che si definisce “democratico” conoscesse profondamente cosa è stato il fascismo in Italia, che metodi utilizzava e che dramma sia stata la sospensione dei diritti in Italia durante il ventennio.
Mai mi sarei aspettato che tale metodologia, che è icona del periodo più triste del nostro secolo, fosse attribuita ad una Amministrazione Comunale (di cui ripeto, faccio parte) formata da giovani, professionisti e cittadini che stanno cercando di dare il loro contributo, talvolta con sacrifici personali, nel modo migliore che possano, per la propria comunità e sempre nei limiti consentiti da una, seppur aspra, diatriba politica.
Mi dovrei sentire offeso, ma semplicemente capisco che non posso aspettarmi di meglio da una persona che, in rappresentanza del gruppo politico che rappresenta, negli ultimi anni è stato capace solamente di emettere sentenze ed evidenziare problemi, senza mai presentare uno straccio di proposta programmatica, una iniziativa, o una soluzione ai tanti problemi che affliggono Macomer (che, lo dico con orgoglio, è una Città e non un paese) e sopratutto i suoi giovani; emblema di questo è veder scritto “Macomer ha bisogno di un progetto serio per il governo delle sue risorse e potenzialità” senza che l’autore di tale frase indichi o abbia anche solo una minima idea di cosa dovrebbe contenere tale progettualità.
Tutto ciò in contrasto, oltretutto, con il fermento giovanile che si registra in Città da qualche anno, dove tanti giovani, senza nessun fine politico, si impegnano in prima persona nella promozioni di eventi ludici, sociali, culturali, innovativi e propositivi.
Evidentemente il “Renzismo”, fatto di urla, insulti, proclami ma di pochissimi contenuti, ha fatto più danni in Italia di quello che potessi immaginare… ma sono comunque convinto che non ha fatto breccia tra i tanti giovani che preferiscono rimboccarsi le maniche e lavorare piuttosto che chiacchierare.