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Macomer. CPR: il Consiglio Comunale vota per chiedere allo Stato il rispetto dei patti. La Minoranza abbandona l'aula

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MACOMER. Si è concluso con l'approvazione di una Mozione, proposta dal capogruppo Gianfranco Congiu, il Consiglio Comunale aperto tenutosi Venerdì mattina a Macomer e nel quale si è discusso del Centro di permanenza e rimpatri in corso di realizzazione a Macomer.

La maggioranza consiliare ha votato compatta per sollecitare le istituzioni governative al rispetto e al dare esecuzione ai patti sottoscritti col Ministero e per rigettare la possibilità di una modifica unilaterale degli stessi.

A sottrarsi al voto sono stati invece i consiglieri dei due gruppi di minoranza: Marialuisa Muzzu, Riccardo Uda, Teresa Bucciarelli e Aldo Demontis hanno scelto di abbandonare l'aula per esprimere la propria contrarietà all'apertura della struttura per migranti irregolari, mentre Maurizio Cossu, esponente del Movimento 5 Stelle, ha deciso di non abbandonare i banchi dell'assemblea rifiutandosi però di partecipare alla votazione.

A dispetto delle aspettative, l'assemblea cittadina, convocata con la formula aperta per consentire ai cittadini di intervenire in prima persona, ha registrato una scarsissima partecipazione: una decina, comprese le forze dell'ordine, le persone presenti tra il pubblico nell'aula consiliare.

Anche i toni del dibattito, che spesso a Macomer raggiungono picchi notevoli, si sono tenuti nell'ambito della moderazione, seppur nelle inconciliabili posizioni di ciascuna delle parti.

La Capogruppo di minoranza Marialuisa Muzzu ha espresso a nome del suo gruppo la totale contrarietà all'apertura del Cpr, esprimendo preoccupazione per una situazione nella quale “le promesse sbandierate solo qualche mese fa come garanzia per la sicurezza della comunità, dal potenziamento della compagnia di carabinieri al ritorno in città della guardia di finanza, risulterebbero oggi disattese.

Il Sindaco Antonio Onorato Succu ha risposto ripercorrendo tutto l'iter del Cpr, entrando nel dettaglio dei diversi aspetti che caratterizzano il patto sottoscritto lo scorso febbraio con Ministero degli Interni e quindi soffermandosi sulle misure di sicurezza interna ed esterna alla struttura, sulla vigilanza necessaria per garantire il rispetto dei diritti umani e sulle ulteriori garanzie a tutela della popolazione residente con il potenziamento della presenza delle forze dell'ordine sul territorio, il sistema di illuminazione rafforzato attorno all'area del Cpr e la videosorveglianza estesa alla città ed ai nodi strategici del territorio del Marghine.

Il primo cittadino ha ripercorso anche l'ultimo mese appena trascorso, ribadendo la sua perplessità rispetto alla mancata comunicazione formale della revoca del bando per la gestione della struttura da parte della Prefettura e la preoccupazione per gli effetti pratici dell'applicazione del nuovo Decreto Sicurezza voluto dal Ministro Matteo Salvini, ma registrando anche i passi avanti come l'accredito di 200 mila euro da parte del Ministero per l'impianto di illuminazione pubblica dell'area attorno all'ex carcere.

A rimarcare i dubbi sul rispetto delle garanzie di sicurezza è stato il Consigliere Riccardo Uda: “i lavori del Cpr proseguono – ha detto – però manca tutto il resto. Non vi è traccia del rafforzamento della presenza delle forze dell'ordine, non c'è un solo uomo in più in servizio a Macomer, e non c'è niente sulla riapertura della caserma della Guardia di Finanza”.

L'ex sindaco, particolarmente pungente rispetto all'appartenenza indipendentista di Antonio Succu, ha anche sottolineato: “noi siamo contro l'insediamento di questa struttura nella nostra città anche perché rappresenta la colonizzazione dello Stato. Lo siamo però anche e soprattutto per ragioni umanitarie, perché quello di cui stiamo parlando è un ghetto recintato con tre km di filo spinato”.

Maurizio Cossu ha invece calcato la mano sull'approccio al problema, rimarcando la propria contrarietà ad un modello che propone soluzioni economiche - quali per esempio la creazione di posti di lavoro - sfruttando le condizioni di esseri umani in difficoltà: “stiamo parlando di persone, non si può pensare di usarle per accaparrare danari pubblici per ristrutturare un'ex carcere. Le soluzioni dovrebbero guardare l'origine del problema, non i suoi effetti”.

Ad intervenire dal pubblico anche l'ex consigliere ed ex sindaco Giuseppe Ledda, che ha voluto esprimere una valutazione negativa sia sul Cpr che sulla gestione complessiva dei migranti, bollando come fallimentare anche quella avviata attraverso lo Sprar: “prevedeva di ospitare 80 persone e ne sono arrivate solo una decina”.

Alla fine, con 10 voti a favore, il Consiglio ha votato la mozione per chiedere allo Stato il rispetto dei patti e il Sindaco Antonio Succu ha precisato che non si farà un solo passo indietro sui due punti cardine della questione: il rispetto della dignità umana e la sicurezza della popolazione residente.

 

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