MACOMER. Le postazioni in Consiglio conquistate nelle elezioni comunali del 2018 dalla lista Uniamoci per Macomer sarebbero dovute rimanere vuote: così avevano deciso all'unanimità i suoi componenti, eletti e non eletti.
Una strategia politica fondata sul non riconoscimento della legittimità dell'assemblea cittadina, considerata come risultato di un voto sul quale, dopo quanto emerso dell'inchiesta oristanese Ippocrate, la forza di opposizione ha sollevato un dubbio pesantissimo: la possibilità che “le ultime competizioni elettorali siano state sensibilmente alterate”.
Presentate le dimissioni ufficiali, i 4 consiglieri Marialuisa Muzzu, Aldo Demontis, Teresa Bucciarelli e Riccardo Uda ritenevano di aver segnato il passo di una delegittimazione eclatante dell'amministrazione comunale agli occhi dell'intera città, mandando un messaggio politico forte e chiaro.
A Macomer però, certamente in questo ultimo mese e mezzo, la navigazione è decisamente incerta e le variazioni delle condizioni, non solo climatiche, sono davvero imprevedibili.
Così l'iceberg – rappresentato fino ad ora dall'inchiesta della Procura sulle assunzioni al San Martino di Oristano e dalle sue pesanti ripercussioni politiche su Macomer e sulla sua amministrazione - ha finito per essere Daniele Nieddu, ex segretario dei Giovani Democratici del Marghine (PD), appena transitato in Italia Viva (la nuova creatura di Matteo Renzi), che a sorpresa ha deciso di giocare una nuova partita, aprendo una falla inattesa nella linea comune concordata dal gruppo guidato da Marialuisa Muzzu e depotenziandone gli effetti.
“Forte dei miei risultati elettorali (218 preferenze), ritengo opportuno dar fede a questo mandato ed accettare, dopo consultazioni con gli appartenenti al mio partito, la surroga che mi porta sui banchi dell’opposizione. Questo mandato mi da l’opportunità di portare in consiglio le istanze dei cittadini che in me hanno posto la loro fiducia” - ha fatto sapere Daniele Nieddu confermando di aver accettato la carica di Consigliere.
Una mossa che, oltre al colpo teatrale ad effetto, sembra voler sconfessare l'impianto argomentativo proposto dall'opposizione in queste settimane, capovolgendone di fatto i punti cardine ed andando ad alimentare quella dimensione surreale con sfumature indecifrabili nella quale orientarsi è missione quasi impossibile.
“A seguito di quanto emerso con l'inchiesta Ippocrate e le inevitabili ripercussioni politiche, ritiene che il consiglio comunale sia legittimato ad andare avanti?” - abbiamo chiesto a Nieddu.
“Come Italia Viva siamo garantisti per natura. Fintanto che non si farà chiarezza su quanto accaduto riteniamo necessario portare avanti il lavoro di opposizione in consiglio” - ha risposto il giovane neo consigliere stravolgendo la posizione condivisa fino a qualche giorno fa con il gruppo col quale si era candidato per governare la città - Sicuramente la nostra, come Italia Viva, è una scelta controcorrente rispetto al resto della lista Uniamoci per Macomer”.
Talmente controcorrente la scelta di Nieddu da aver spinto Uniamoci per Macomer a diffondere un comunicato stampa nel quale, oltre a prendere le distanze dal neo consigliere, il gruppo ha voluto ribadire ancora una volta le ragioni che hanno portato i suoi rappresentanti a dimettersi dal consiglio. Lo pubblichiamo integralmente di seguito:
“La scelta di dimissioni che, come consiglieri comunali del gruppo Uniamoci per Macomer abbiamo formalizzato nell'ultima riunione del Consiglio, è il frutto di un'attenta riflessione di tutti i componenti della lista che hanno partecipato al voto dello scorso anno e della necessità di dare una risposta chiara a tutta la cittadinanza macomerese di fronte ai gravi fatti che hanno investito l'istituzione comunale e gli esponenti della maggioranza che la guidano.
Le proporzioni imbarazzanti che ha assunto l’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il partito di maggioranza in Consiglio e che ha portato all’arresto e alla sospensione del sindaco, non ci consentivano più di indugiare.
La natura gravissima delle accuse, e la particolare specificità dei reati ipotizzati, con la configurazione di un vero e proprio “sistema” di acquisizione illecita del consenso per un tornaconto politico, gettano, a nostro avviso, pesantissime ombre sul corretto svolgimento delle elezioni comunali e sul suo esito. Quelle ombre non possono che coinvolgere anche l'assemblea comunale e il suo corretto funzionamento.
In questo contesto, e per tali pesanti motivazioni, di fronte all'incapacità della maggioranza di accettare un serio dibattito sulle gravi cause che hanno portato a questa situazione, abbiamo scelto la via delle dimissioni come strumento inevitabile per poter continuare a svolgere un ruolo politico in città, fuori dagli imbarazzi che sempre più contraddistingueranno i lavori di un Consiglio comunale la cui legittimità è oggi fortemente messa in dubbio.
Chiunque dovesse accettare il subentro ai consiglieri dimissionari, verrebbe meno allo spirito che ha animato questa riflessione condivisa. Lo farebbe solo a titolo personale e non rappresenterebbe più la nostra coalizione di cui minerebbe, di fatto, le motivazioni politiche e ideali che ne hanno contraddistinto la nascita alle ultime elezioni comunali e il successivo lavoro dei suoi rappresentanti in Consiglio.
Il gruppo Uniamoci per Macomer continuerà comunque ad esercitare la propria funzione di opposizione. Lo farà moltiplicando le proprie forze ed esercitando in qualunque modo e forma gli sia consentito, il dovere di controllo e di critica nei confronti di questa amministrazione da cui oggi ci dividono non solo più il piano programmatico, ma anche le modalità con cui intendiamo salvaguardare i principi democratici che stanno alla base del reciproco riconoscimento e del corretto funzionamento dell'istituzione consiliare”.