Partecipa a IlMarghine.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Bolotana. Il Parco è il futuro

Condividi su:

BOLOTANA. Nel convegno tenutosi ieri nel Centro Polifunzionale di Ortachis, nei monti di Bolotana, dal titolo AMBIENTE E PARCO “Un fertile dialogo possibile tra natura e cultura”, si è sviscerato l'importante tema della creazione del Parco Marghine-Goceano.
Tutti gli interventi, a partire da quello del Sindaco di Bolotana Francesco Manconi che ha aperto il dibattito, hanno sottolineato la necessità urgente di dare vita al progetto, visto come volano per la crescita ma anche come strumento essenziale per la salvaguardia e la valorizzazione del territorio.
Il giornalista Giacomo Mameli, in veste di coordinatore dei lavori, avvia la discussione ponendo l'accento sull'ignoranza ambientale dominante nella nostra isola, che non ha consentito la creazione del Parco del Gennargentu per l'opposizione di pochi soggetti privati, privando così la Sardegna dell'opportunità di creare lavoro e reddito.
L'idea di Parco su cui bisogna ragionare, spiega Carlo Murgia, tecnico esperto in materia forestale ed agricola, è quella del “Parco Aperto”, che riconosce gli usi del territorio, in equilibrio con l'ambiente nel quale nasce. Perché il Parco può e deve essere turismo sostenibile, e al suo interno contenere agroalimentare, cultura, tradizione e attenzione ai centri storici. Le estensioni territoriali troppo vaste sono state superate da nuovi disegni di legge, che prevedono dimensioni decisamente più ridotte e la gestione affidata al territorio stesso. In questo modo è possibile superare anche l'avversione dei cacciatori, da sempre restii alla nascita dei parchi a causa del divieto per l'attività venatoria.
Un Parco che deve nascere per volere delle comunità anche nella visione di Sergio Cossu, Consulente Settore Attività Produttive e Sviluppo Sostenibile, partecipato, condiviso, compatibile e integrato, all'interno del quale un ruolo decisivo spetta ai “portatori di interesse” e ai “soggetti privati”, per realizzare «il Parco come agenzia locale per il benessere durevole del territorio».
Un Parco che non imponga quindi vincoli assoluti, ma capace di sviluppare le molte potenzialità. Posizioni condivise dal Presidente Confindustria Sardegna Centrale Roberto Bornioli, per il quale   l'ambiente è una risorsa fondamentale dalla quale è doveroso ripartire per rilanciare un territorio fortemente provato da una crisi generale che ha messo in affanno le imprese, impoverito le famiglie e annientato interi settori produttivi.
Si può e si deve ripartire dall'agricoltura, arginare l'attuale decrescita delle imprese agricole e tornare a produrre il cibo, che sarà il metallo più prezioso del futuro, dice il Presidente dell'ANCI Sardegna Cristiano Erriu, che lancia l'allarme su ciò che accade sotto i nostri occhi: «pensiamo alle serre con i pannelli solari, speculazione energetica e all'interno nessuna coltivazione. Stiamo attenti, il consumo del territorio non necessariamente produce crescita».
I prodotti tipici della Sardegna sono una grande risorsa, ed è necessario che i Sardi tornino ad impossessarsi della propria storia per poterla poi valorizzare. Nelle parole di Annalisa Motzo, Presidente del GAL Marghine, l'invito ad andare in profondità, alla riscoperta vera della nostra essenza, per comprendere l'unicità dei prodotti e il perché della loro esistenza, conoscerne le origini e le storie e farle rivivere nella narrazione. Imparare a collegare e a connettere i prodotti alla loro ragion d'essere per costruire un vero turismo rurale in Sardegna, legato saldamente alla nostra cultura.
A chiudere una mattinata di dibattito interessante e propositivo, l'intervento dell'ospite d'onore del convegno, l'Europarlamentare e candidata alle Primarie del centrosinistra Francesca Barracciu, concorde sulla necessità di porre l'ambiente al centro di una nuova programmazione, per uno sviluppo buono e positivo della Sardegna, ripartendo dai territori, quelli del centro, che in questi anni sono rimasti indietro. Perché «l'idea dell'attuale Giunta Regionale era quella dello sviluppo delle coste, che sarebbe poi arrivato, per diffusione, all'intera isola. Un fallimento. La Sardegna si ritrova oggi con un buco al Centro». Sono le diseguaglianze il punto nodale del ragionamento di Francesca Barracciu, che vede nel superamento delle stesse i presupposti per poter intraprendere la strada dello sviluppo. E le diseguaglianze sono molteplici: quelle tra territori certamente, ma anche quelle relative al pericoloso innalzamento della dispersione scolastica e quelle riguardanti le infrastrutture, carenti se non inesistenti. Il tema dei trasporti deve tornare in primo piano, perché la Regione deve essere messa nelle condizioni di svilupparsi. Lo sguardo si rivolge poi all'Europa, vista come una grande opportunità, come la sfida che bisogna accettare per riscattarsi: «Abbiamo usato solo il 50% delle risorse messe a disposizione dall'Unione Europea. Le rimandiamo indietro. Abbiamo bisogno di programmazione».
In conclusione, l'invito ai Sindaci e agli amministratori tutti ad attivarsi per capire cosa stia accadendo in Regione in questi giorni, dove si chiude il Piano di Sviluppo Rurale. «Sono molto preoccupata. Il Piano di Sviluppo Rurale è fondamentale per il nostro futuro. È l'unica strada percorribile e ciò su cui dobbiamo puntare. Eppure non trapela nessuna notizia, è blindatissimo».

Condividi su:

Seguici su Facebook