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Inceneritore Macomer. Nel “politichese” istituzionale tutte le difficoltà e lo scontro interno al Governo Regionale. Ma il SI al Progetto appare più vicino

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Si è tenuto nel pomeriggio di ieri in Consiglio Regionale l'incontro tra i Consiglieri della Maggioranza e l’Assessora all’Ambiente Donatella Spano, l'Assessore del Bilancio Raffaele Paci e l'Assessore della Sanità Luigi Arru.

Un incontro sul tema “rifiuti”, caro alle popolazioni di tutto il Marghine e non solo.

Al centro della discussione, il cosiddetto Progetto revamping dell’inceneritore di Tossilo, che prevede un restyling dell’impianto, per una cifra complessiva di 42 milioni di euro.

Un incontro nel quale, a detta della giunta regionale "i diversi punti di vista si sono appianati attorno a un obiettivo condiviso: tenere prioritariamente conto della salute e dell'ambiente, ridurre la produzione di rifiuti, aumentare la raccolta differenziata, favorire il riciclo per trasformare il rifiuto in risorsa”.

Obiettivi sui quali però si evidenziano dei contrasti, che portano inevitabilmente allo scontro anche all’interno della maggioranza di governo, dal momento che un NO fermo al nuovo progetto è arrivato da Irs (Gavino Sale aveva chiesto una sospensione dei lavori in aula a favore della discussione immediata della proposta di legge 186) così come da Sardegna Vera, Rossomori, Sel e Centro Democratico.

E proprio Sardegna Vera, sottolinea che “durante l’incontro di ieri  i  consiglieri Arbau, Azara, Ledda e Perra hanno precisato che la decisione in merito alla procedura autorizzativa dell’inceneritore di Macomer deve essere conseguente all’approvazione del nuovo piano regionale per i rifiuti. Per questo la delibera di giunta che prende atto del parere del Savi (all’ordine del giorno della prossima convocazione della Giunta regionale) è solo un mero passaggio amministrativo che non comporta nessun impegno politico. Le implicazioni sanitarie ed ambientali dell’opera devono essere maggiormente approfondite, così come la questione relativa alla dubbia compatibilità di un nuovo inceneritore con il distretto agroalimentare che trascina l’economia del territorio del Marghine”.

Nel comunicato stampa relativo alla riunione pubblicato sul sito della Regione però si legge: “L'assessore Spano ha fornito i chiarimenti richiesti in merito al dimensionamento dell'intervento, tariffe ed emissioni in atmosfera. L'assessore Arru ha inoltre fornito i chiarimenti sulle condizioni di salute della popolazioni che gravitano nel territorio di Macomer”.

Frasi che sembrano rassicurare il lettore sulla consapevolezza di ciò che si andrà a costruire e sugli impatti previsti.

Ogni dubbio sugli scenari futuri viene poi fugato dalla frase conclusiva del comunicato riguardo le percentuali dei rifiuti in Sardegna per i prossimi 5 anni:

"Abbiamo valutato più scenari di qui a 2020, ipotizzando il raggiungimento delle più ottimistiche previsioni nella differenziazione dei rifiuti. Se anche si arrivasse al 65% di differenziata e i comportamenti virtuosi di istituzioni, aziende e cittadini compensassero l'aumento dei consumi che segue la fine della crisi economica, i termovalorizzatori di Macchiareddu e Tossilo a seguito del revamping non basterebbero comunque a far fronte allo smaltimento dei rifiuti".

Per Sardegna Vera invece: “Quarantadue milioni di euro (questo è il costo dell’inceneritore di Macomer) possono essere spesi meglio nel costruire un vero sistema di riutilizzo e riuso dei rifiuti, con maggiori ricadute economiche e lavorative nei territori interessati dall’intervento pubblico”.

Insomma, all'interno della maggioranza di governo coesistono linee differenti, difficilmente conciliabili nonostante il tentativo di mostrare un'unione d'intenti e di visione sul caldissimo tema del nuovo inceneritore di Macomer.

Nella vaghezza del linguaggio “politichese” sembrerebbe quindi celarsi tutta la difficoltà del governo Regionale di fronte ad una scelta di campo che potrebbe segnare il cammino di un intero territorio per i prossimi 20 anni. 

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