BONORVA. Giovanna Tedde, Assessora alla Cultura e alle Politiche giovanili di uno dei più grandi centri del Meilogu, su Facebook non c'è più: “Purtroppo questa pagina non è disponibile” è quanto troviamo scritto accedendo al suo profilo. Ma nella rete gira lo screenshoot con il suo vergognoso messaggio:
“Voglio che questo post sia chiaro: non accetto richieste di amicizia da parte di musulmani. Per quanto mi riguarda, e vista l’emergenza di questi anni circa il vostro ‘popolo’, potete morire ammazzati tutti. Compresi i bambini. Siete feccia che prolifera in nome di un dio che ignorate essere come quello degli altri esseri mani. Venite a farci la guerra a casa? Spero solo che il mondo vi elimini come Hitler, per errore, ha sterminato i poveri Ebrei. Voi avreste dovuto subire l’olocausto. E gradirei anche che nessuno commentasse”.
Missione fallita, perché i commenti non hanno tardato a comparire. Bonorva reagisce, ad iniziare dall'agorà virtuale nella quale l'Assessora ha scritto il suo delirio carico di odio all'indomani della tragedia di Parigi.
Antonello Zanza, consigliere di opposizione di Unidos, non esita a “condividere” (nel senso di pubblicizzare) il materiale citato nel gruppo “Sei di Bonorva se...” dichiarando in maiuscolo (che nel linguaggio di internet corrisponde alle urla) che un requisito per far parte della comunità bonorvese è quello di «non sentirsi rappresentato da certi deliri».
Il telefono del Sindaco squilla comprensibilmente a vuoto: è chiaro che nella Giunta Senes si sta aprendo una resa dei conti. Duro il capogruppo di maggioranza Pier Paolo Falchi (Sel): «ho letto e riletto il delirio pubblicato su Facebook e posso dire non aver mai letto cose di questo tipo neppure da Salvini. Sono fortemente contrariato, a maggior ragione se certe parole sono scritte da un Assessore con una delega importante come la sua». Per Falchi «una persona del genere non può essere l'Assessore alla Cultura di nessun paese, tantomeno di Bonnorva». Sulla stessa lunghezza d'onda Francesco Falchi, segretario provinciale di Rifondazione e già vicesindaco di Bonorva nella legislatura guidata da Mimmia Deriu: «si dimetta o la si cacci senza esitare».
La guerra contro l'Islam, ingaggiata da opinionisti improvvisamente solidali con un giornale (Charlie Hebdo) che si prendeva gioco anche di loro, sta facendo proseliti anche nelle nostre comunità fino a insinuarsi nelle teste di alcuni amministratori locali. Improrogabile l'emarginazione politica di queste posizioni indegne.