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OTTANA POLIMERI. La Fine del Presidio e l'Incertezza per il Futuro

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OTTANA. Li avevamo incontrati la prima volta in occasione di un'assemblea convocata dai rappresentanti sindacali per informarli della risposte rese da Paolo Clivati, amministratore unico di Ottana Polimeri, sul futuro della produzione del Pet, la plastica utilizzata per le bottiglie.
Era il Luglio del 2014: quell'incontro ci aveva molto colpito, perché palesava senza infingimenti la distanza siderale tra la classe dei lavoratori e quella dei loro rappresentanti.

Si parlava allora dello stallo dello stabilimento, che andava avanti con la cassa integrazione alternata da già un anno, e delle possibilità di riavvio della produzione per una commessa di 4 mila tonnellate per un tempo di circa 20 giorni di lavoro.

Rileggendo quell'articolo si può notare come la situazione non sia molto diversa da quella vissuta oggi degli operai: oggi come allora la richiesta degli 88 lavoratori è quella di un incontro con Indorama, la multinazionale proprietaria insieme a Paolo Clivati della società Ottana Polimeri.
Oggi come allora si palesa all'orizzonte la questione dell'Essenzialità per la Centrale di Ottana Energia, di proprietà dello stesso Clivati.
Oggi come allora la Politica non è stata in grado di dare risposte concrete, così come non è riuscita ad ottenere un Piano Industriale convincente dall'imprenditore né un incontro con Indorama.

Riprendere i fili di questa lunga vertenza non è semplice, ma sappiamo per esempio che la società Indorama, nel report pubblicato sul suo sito nel Gennaio di quest'anno, indicava “closure” per Ottana.

La notizia, pubblicata da IlMarghine.net in esclusiva, aveva fatto infuriare Paolo Clivati che, attraverso il suo portavoce Giorgio Asuni, aveva attaccato il nostro sito sostenendo che le nostre deduzioni erano “conclusioni assolutamente fantasiose e prive di razionalità oggettiva (..)con l'intenzione di insinuare tra i lavoratori il seme della discordia, creare nervosismo e diffidenza sul NULLA!!!”, attivando poi una campagna stampa per smentire la notizia ed annunciare addirittura che Indorama non solo non sarebbe andata via ma avrebbe aumentato il proprio impegno in Sardegna. Naturalmente ce lo auguriamo, in quanto probabilmente solo da Indorama potrebbero arrivare notizie positive per gli 88 operai che, stanchi, provati, disillusi hanno smantellato la scorsa settimana il presidio permanente che da Novembre li ha visti protagonisti di una lotta per riaffermare ad alta voce la propria esistenza e la propria condizione.

Una battaglia per il lavoro e per la dignità che è stata premiata con l'assegnazione del Mamuthone ad honorem ma che purtroppo non ha raggiunto l'obiettivo più importante: capire le reali intenzioni della società, superare i problemi e riprendere la produzione.

La fine del presidio non significa comunque la fine della lotta, che proseguirà  fino a quando non si troverà una soluzione.
Martedì 10 Marzo intanto, alle 17 presso il Centro Polivalente di via Lussu ad Ottana, ci sarà un'altra assemblea dei lavoratori Ottana Polimeri.
Se il futuro è di chi lotta, questi lavoratori sono già un passo avanti.
 

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