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Inceneritore di Macomer. Il Ministro Galletti se ne lava le mani

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Credo che laddove è possibile gli inceneritori non siano più opportuni”: così avrebbe dichiarato questa mattina il Ministro all'Ambiente  Gian Luca Galletti, secondo quanto riportato dalle notizie ANSA, rispondendo ad alcune domande riguardanti la questione dell'Inceneritore di Tossilo, precisando comunque che la Regione ha piena autonomia nelle proprie decisioni in merito al tema dei rifiuti”.

Sempre secondo quanto riportato da fonti ANSA, il Ministro avrebbe poi ricordato che “una norma nello Sblocca Italia, l'articolo 35, dà la possibilità alle Regioni, che hanno un surplus di rifiuti rispetto all'incenerimento, di poterli portare in quegli impianti che, per via della raccolta differenziata, hanno una capacità di termovalorizzazione non del tutto esaurita”.

Dichiarazione ambigua, che potrebbe essere letta in due modi differenti: se la Sardegna avrà rifiuti in eccesso da incenerire, potrà conferirli in altri impianti della Penisola, oppure nel senso completamente opposto, ossia se l'impianto sardo avrà bisogno di più rifiuti da bruciare potrà accogliere anche quelli prodotti in altre Regioni italiane.

Ambiguità accentuata dalle dichiarazioni riportate nel pomeriggio sul sito della Regione Sardegna (leggi) che attestano una posizione che sembrerebbe differente rispetto all'affermazione dell'inopportunità degli inceneritori: "Il termovalorizzatore è preferibile al conferimento in discarica, per rispettare gli orientamenti comunitari che prevedono in prospettiva il superamento della discariche e la Regione Sardegna, nella sua autonomia, farà la sua parte per il raggiungimento di questo obiettivo".

Un po' di confusione insomma e qualche acrobazia politica che poco aiutano a comprendere la direzione da seguire rispetto ad un tema così complesso e delicato quale è la questione della gestione dei rifiuti.

Il Ministro comunque, per non sbagliare, ha rilasciato dichiarazioni interpretabili diversamente: un modo come un altro per non entrare nel merito e lavarsene le mani.

La Regione è assolutamente autonoma nelle proprie decisioni” ha sentenziato Galletti.

Sarà autonoma, ma dopo “l'atto amministrativo” che ha scavalcato il Consiglio e disatteso la necessità di un  confronto  sul tema, chi si prenderà la responsabilità politica di quella che appare come una decisione già presa? E, soprattutto, quali sono le forze che determinano una accelerazione decisiva verso un progetto la cui paternità, oltre che utilità, appare sempre più vaga?

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