BORORE. Arresti domiciliari revocati, ma divieto di dimora nel suo paese per l'amatissimo ex Sindaco di Borore, dimessosi a seguito dell'inchiesta portata avanti dalla Procura di Oristano che, nel Luglio scorso, si è concretizzata nell'Operazione Hazzard dando luogo ad un vero e proprio terremoto politico nel Marghine.
Esponente di punta del PD nuorese, ma nell'ultimo periodo vicino alle posizioni dell'Assessore ai Lavori Pubblici e Presidente del Partito dei Sardi Paolo Maninchedda ( che non a caso aveva partecipato, il 29 Maggio scorso, all'appuntamento di chiusura della campagna elettorale a sostegno di Ghisu ), conosciuto nel territorio per il suo attivismo e per le capacità politiche, rieletto Sindaco ad ampissima maggioranza nelle amministrative di Giugno e Presidente dell'Unione dei Comuni del Marghine, Tore Ghisu torna in libertà dopo un mese e mezzo di domiciliari ma per ora non potrà vivere a Borore.
Al vuoto politico successivo al suo arresto l'Unione dei Comuni del Marghine ha posto rimedio eleggendo, la scorsa settimana, il Sindaco di Macomer Antonio Succu come Presidente.
A sanare quello comunale ci ha pensato invece la Giunta Regionale, nominando l'ex Direttore Generale dell'Assessorato alla Pubblica Amministrazione e Cultura della RaS Ettore Gasperini come Commissario Straordinario col compito di guidare Borore fino a nuove elezioni ( probabilmente nel 2016 ).
Passaggi obbligati per ristabilire un minimo di operatività ai due Enti, entrambi scossi, anche se in misura differente, dall'inchiesta della magistratura inerente la gestione degli Appalti Pubblici nel territorio e privati della loro guida politica.