BOLOTANA. Non è semplice raccontare in modo sintetico e chiaro ciò che è avvenuto Giovedì sera nel corso dell'infuocata Assemblea del Gal Marghine: non lo è perché è stato un incontro decisamente lungo ( 3 ore piene ) e perché tutto ha regnato, in effetti, tranne che la chiarezza.
Una contrapposizione snervante, dai toni decisamente accesi, ha caratterizzato l'intera seduta, nella quale è successo davvero di tutto: dalle dimissioni presentate da una Consigliera per tentare di uscire dalla palude (rivelatesi poi inutili e quindi ritirate), all'abbandono polemico dell'aula da parte del Presidente dell'Unione dei Comuni e Sindaco di Macomer Antonio Succu.
Tra i protagonisti della serata anche l'ex Sindaco di Silanus Luigi Morittu ( candidato alla corsa per la Presidenza Gal ) a perorare non la sua causa, ma quella di Silvia Mallocci, giovane donna in corsa per la carica di Consigliera restata fuori dai giochi con le sue 4 preferenze.
Per capire il livello dello scontro, basti dire che è stata contestata anche la gestione della seduta, presieduta dalla Presidente uscente Annalisa Motzo, alla quale si è chiesto di abbandonare la direzione nonostante non si fosse ancora proclamato il nuovo Presidente.
Ma andiamo per ordine, perché il quadro è davvero complicato.
Per capire le posizioni in campo e l'esasperata tensione dominante, proviamo a capire le 2 principali contestazioni avanzate durante la seduta:
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la 1^ è quella avanzata dalla parte pubblica, che corrisponde ai Comuni dei paesi del Marghine, alla quale spettano per Statuto 2 seggi del Consiglio di Amministrazione. Dei 2 seggi, lo scrutinio del 19 Settembre ne ha assegnato solo 1 a Rossana Ledda, Vice Sindaca di Macomer, eletta con 26 voti. Ad essere escluso è stato il Sindaco di Noragugume Federico Pirosu ( unico altro candidato a rappresentare il pubblico) che, con sole 5 preferenze, avrebbe dovuto possedere il requisito della giovane età ( ossia meno di 40 anni) per vedersi assegnato il seggio, secondo l'interpretazione della norma applicata dal collegio elettorale ( ci torneremo in seguito, perché proprio su questo si è consumato lo scontro).
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La 2^ è invece quella avanzata da una parte privata, la sopracitata Silvia Mallocci, la quale ritiene che, a norma di regolamento, il posto di Consigliera assegnato a Maria Antonietta Lai ( la più votata di tutti i candidati con 37 preferenze ) spetti in realtà a lei, in quanto Lai non rispetta il requisito della giovane età. Argomenta Mallocci nella contestazione scritta presentata al Gal che, anzitutto, ad essere eletto doveva essere, per la parte pubblica, il Sindaco Pirosu, in quanto aveva il requisito del Pubblico e non doveva dunque sottostare al numero delle preferenze: di conseguenza, per rispettare i requisiti previsti dal regolamento elettorale (che prevede 4 donne su 7 componenti e 4 giovani su 7), il seggio assegnato a Maria Antonietta Lai dovrebbe andare ad una donna con meno di 40 anni.
A spiegare la metodologia utilizzata per stabilire l'assegnazione dei posti viene chiamato Pasquale Sulis, Presidente dell'Ufficio Elettorale delle elezioni del 19 Settembre, ma già questo provoca la reazione dell'ex Sindaco di Silanus Morittu, il quale ritiene che l'intervento del tecnico di Laore non sia indispensabile, in quanto la lettura del verbale fatta dalla Presidente basterebbe: “non deve esprimere nessun parere” insiste Morittu, scatenando le reazioni di alcuni soci Gal che chiedono invece di poter capire quale sia stata ratio applicata. A rispondere la Presidente Motzo: “un socio ci ha chiesto spiegazioni, perché non dovremmo dargliele?”.
Sulis alla fine riesce a parlare: “abbiamo applicato lo statuto con buonsenso – dice – dopo l'elezione del Presidente (maschio, più di 40 anni, espressione del Privato) dovevamo garantire il rispetto dei requisiti per gli altri 6 componenti. Siamo andati in ordine sulla base dei risultati dello spoglio (in ordine decrescente, dal più votato al meno votato): Lai era il candidato che aveva preso più preferenze, aveva il requisito di essere donna e abbiamo valutato che lei fosse la prima ad entrare in lista. Così abbiamo proseguito valutando la posizione del 2° candidato che aveva preso più preferenze, Mura Martino con 27 voti, che rispondeva anche al requisito del giovane nella componente privata e lo abbiamo inserito nella casella. Così di seguito fino ad arrivare al 6° componente ( abbiamo per esempio riscontrato che Gabriella Deriu aveva preso sì 16 voti, ma non poteva essere inserita perché le 3 caselle per gli ultra 40enni erano già esaurite). Il 7° componente, Federico Pirosu, aveva preso 5 voti ma, vista la conformazione della lista, aveva il requisito del rappresentante della componente pubblica ma c'era capienza solo per un giovane".
“I rappresentanti del pubblico candidati alle elezioni erano due – interviene ancora la Mallocci – non c'era niente da ragionare: dovevano entrare entrambi, senza sottostare a nessun criterio”, e scatta ancora la bagarre in un'aula.
Ad intervenire subito dopo è il Sindaco di Silanus Gian Pietro Arca, che cita l'articolo 18 dello Statuto:
“La Fondazione è amministrata da un Consiglio di Amministrazione eletto dall' Assemblea e formata da un massimo di sette membri, compreso il presidente, di cui cinque membri espressione della componente privata della Fondazione e rappresentanti delle parti economiche e sociali e della società civile, quattro giovani (con età inferiore a quaranta anni) e quattro donne”.
“Secondo la mia interpretazione - dice Arca – la parte pubblica non è soggetta ai vincoli di età e di genere. Il Regolamento è gerarchicamente inferiore allo Statuto. Come Unione dei Comuni riteniamo che Federico Pirosu debba essere eletto”.
Ad intervenire subito dopo è il Presidente dell'Unione Antonio Succu: “stiamo partendo con le beghe per un posto in Consiglio – dice il Sindaco di Macomer - Lo Statuto è di difficile interpretazione e il Regolamento Elettorale ha evidenti profili di illegittimità. Dall'interpretazione che è stata data della norma, il ruolo della parte pubblica nel Gal viene ulteriormente marginalizzata: per cui noi difenderemo la componente pubblica con ogni mezzo, se sarà necessario anche ricorrendo alle vie legali. Facciamo uno sforzo tutti per trovare una sintonia: ma per esempio, devono essere per forza 7 i componenti del c.d.a.? E se fossero 9? Perché dobbiamo autolimitarci?
Propongo al Presidente eletto, su cui non ci sono dubbi, di acquisire la gestione dell'assemblea, valutare un rinvio e confrontarci per trovare una soluzione”.
Un socio privato propone alla parte pubblica una soluzione semplice: individuare un altro candidato ( col requisito della giovane età ) e farlo poi votare all'assemblea.Ma nessuno risponde.
Riprende poi la parola la Presidente uscente Annalisa Motzo: “ogni socio – scandisce – ha diritto all'elettorato attivo e passivo, quindi a votare e ad essere eletto: se fosse vera l'interpretazione proposta stasera, questa porterebbe alla negazione del regolamento e si arriverebbe ad un Consiglio di Amministrazione di nominati, non di eletti. Basterebbe infatti che 4 giovani con meno di 40 anni si mettessero d'accordo e diventerebbero automaticamente Consiglieri, a prescindere dall'intenzione del corpo elettorale. Una aberrazione. Aggiungo solo che l'interpretazione applicata dall'ufficio elettorale è la stessa applicata nelle precedenti elezioni”.
E ancora bagarre in aula, fondamentalmente tra la parte pubblica, che continua a sostenere che l'elezione di Pirosu fosse dovuta, e la maggioranza della parte privata dell'Assemblea, che ritiene invece che si debba seguire prioritariamente il risultato del voto per evitare un C.d.A. completamente nominato.
L'ex Sindaco di Silanus Morittu propone di sospendere il risultato elettorale e di chiedere ad una parte terza un parere sull'interpretazione della norma (posizione condivisa dai Sindaci dei Comuni del Marghine).
La Presidente Motzo propone che l'Assemblea voti per decidere se accogliere la proposta di Morittu oppure procedere con la proclamazione degli eletti, ai quali si aggiungerà il 7° componente mancante, scelto dalla parte Pubblica, che abbia il requisito della giovane età.
A questo punto, forse anche percependo l'intenzione maggioritaria dell'Assemblea, i Sindaci chiedono una sospensione della Seduta, evitando il voto.
Alla ripresa dei lavori, è il Sindaco Antonio Succu a conferire: “la soluzione - dice - arriva da una proposta avanzata da Alessia Pintus, Presidente del Progetto H”.
“Levo io l'Assemblea dell'impasse – dice la Pintus – dimettendomi, o per meglio dire, non accettando la carica di Consigliere. Ora bisogna dunque scorrere la lista dei privati: c'è una giovane che, anche se ha preso pochi voti, ha il requisito della giovane età e dell'essere donna. Di conseguenza, c'è anche la parte pubblica eletta. Basta con queste liti, mettiamoci a lavorare”.
Il Sindaco Succu riprende la parola: “un gesto di grande maturità quello di Alessia. Abbiamo trovato la soluzione, ci sono le condizioni per chiudere qui l'assemblea”.
Un colpo di scena che dura solo pochi minuti. A rompere le uova nel paniere interviene ancora la Presidente uscente Motzo che, con un semplice calcolo logico, fa notare che in realtà con le dimissioni della Pintus entra sì nel C.d.A. Silvia Mallocci, ma non cambia nulla per la parte pubblica, che deve comunque esprimere un giovane (la Pintus e la Mallocci hanno gli stessi requisiti, quindi la composizione del C.d.A. non cambia di una virgola, manca sempre un giovane all'appello).
Caos in aula ovviamente, tra sghignazzamenti divertiti e il disorientamento dei Sindaci, che per qualche minuto avevano creduto di aver trovato l'uscita ideale dalla situazione stagnante.
“Allora l'unica alternativa è l'Arbitrato”, chiosa il Sindaco Succu.
“Bene – dice la Motzo – cerchiamo di trovare una soluzione. Chiedo all'assemblea di esprimersi sulle 2 posizioni in campo: 1) l'interpretazione è stata corretta e si convalida il risultato delle elezioni; 2) si convalida solo il risultato del Presidente e si va ad un arbitrato per quanto riguarda l'elezione del CdA”.
Interviene a questo punto la Sindaca di Birori Silvia Cadeddu : “Noi abbiamo una carta fondamentale che è lo Statuto. Il 30 Giugno però l'Assemblea dei Soci ha votato un Regolamento (leggi qui) che contiene una norma che è in netta contrapposizione con quanto previsto nello Statuto. Nello Statuto appare ovvio che la parte pubblica non soggiace ai requisiti di genere e di età. Nel Regolamento invece c'è una forzatura grossolana, perché i requisiti vengono estesi a tutti e 7 i componenti. Credo che sarebbe illegittimo escludere il Sindaco Pirosu, perché egli non soggiace a quei requisiti”.
“A questo punto – irrompe il Sindaco Succu – se non si trova una soluzione, Alessia rimane dov'è, voi fate quello che vi pare, noi ce ne andiamo, non partecipiamo alla votazione e andiamo direttamente al Collegio Arbitrale”.
Ancora un intervento di un socio : “siamo qui per trovare una soluzione, ma questi atteggiamenti non vanno bene. Se il pubblico vuole che quel posto sia ricoperto da Pirosu, lo dica direttamente”.
“Quindi – interviene ancora la Motzo – la posizione da valutare è solo quella di Pirosu? Possiamo proclamare gli altri eletti e poi si procederà all'arbitrato per la parte pubblica?”
“Ma sapete quanto costa l'Arbitrato? - interviene la Sindaca di Lei Marcella Chirra – stiamo parlando di circa 25 mila Euro: abbiamo questi soldi da spendere?”.
“Per evitare di spendere tutti questi soldi – interviene il Sindaco di Silanus Arca – chiedo un rinvio dell'Assemblea, ci sediamo ad un tavolo, ci facciamo dare un parere da una terza persona e cerchiamo di risolvere la vertenza in questo modo”.
“Chi è che si siede attorno ad un tavolo? Voi con chi? E noi Soci?” tuonano dalla sala, e ancora “Parlate di bene del territorio, ma alle vostre regole, purché comandiate voi”- dice ancora un socio rivolto ai Sindaci, che a loro volta attaccano la Presidente Motzo per la gestione dell'Assemblea: “Avete difficoltà che l'Assemblea venga moderata da me? - dice l'ex Presidente rivolgendosi alla compagine pubblica – allora, proclamo eletto il Presidente Sergio Sulas, che pare debba prendere la parola al posto mio”.
Scoppia ancora il caos in Aula, il Sindaco di Macomer Antonio Succu si alza “Io me ne vado” e abbandona l'aula, non senza scontrarsi prima con uno dei soci, che gli grida contro: “il tuo voto vale quanto il mio. Una testa, un voto, mettetevelo in testa, non comandate voi. La tua parola vale quanto la mia.”
A questo punto lo scontro non ha più argini ed è la stessa Motzo a sbottare: “Il pubblico vota esattamente come il privato. Non è che il pubblico qua può imporre una soluzione all'assemblea. Qua di soluzioni imposte non ce ne sono mai state: qua si discute e si trova una soluzione. Quando mai su 10 Consigli Comunali non si trova un Consigliere con meno di 40 anni? Soci pubblici, tra l'altro, sono anche Ente Foreste e la Provincia. Voi state dicendo “o entra Pirosu o non entra nessuno”. Perché state facendo questo sgarbo all'Assemblea? Voi avete sottoscritto uno Statuto e approvato un Regolamento: non è che adesso chiedete di cambiare le carte in tavola perché i risultati delle elezioni non vi sono andati bene”.
E qualcuno, dalle file del pubblico, in una assemblea ormai troppo calda per individuare anche l'origine dell'intervento, sibila che l'Unione dei Comuni del Marghine ci ha messo 80 mila Euro nella Fondazione Gal. “Non ce li avete messi di certo di tasca” risponde un socio.
Uno scontro a tutto campo, che rende plastica una frattura evidentemente profonda, che si è probabilmente acutizzata nei movimenti sotterranei che hanno caratterizzato le elezioni recenti per il rinnovo degli organi dal Gal e che oggi, con una esplosione di nervosismo davvero eclatante, emerge in tutta la sua consistenza come una lotta di potere per il controllo del Gal.
Non sono di per sé le poltrone il punto infatti, ma la composizione e , per semplificare, il “riferimento politico” dei membri del CdA di quell'organismo attraverso il quale dovranno passare i finanziamenti per lo Sviluppo Rurale del Territorio: circa 4,5 Milioni di Euro.
L'Assemblea, alla fine, proclama eletto un solo componente del CdA, il Presidente Sergio Sulas, il quale si è assunto l'impegno di individuare una parte terza alla quale chiedere di dirimere la complessa questione dell'interpretazione della norma relativa all'elezione degli altri componenti.
L'Assemblea, alle ore 22 (era iniziata alle 19) si chiude quindi con un quasi “nulla di fatto”.
Sarà il neo Presidente Sulas ora a dover trovare una soluzione che ricomponga e superi lo strappo pesantissimo tra Pubblico e Privato ( ma non solo!) nell'ottica del comune lavoro per l'unico obiettivo che conti davvero: lo sviluppo del Marghine attraverso una programmazione capace di iniettare linfa vitale ad un territorio in grandissima sofferenza.