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Il Codice CER che ti apre la Porta del Marghine : ecco perché i Rifiuti Radioattivi sono arrivati a Bolotana

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BOLOTANA. Mercoledì mattina nel Centro Sardegna, presso la Discarica di Coronas Bentosas in territorio di Bolotana, è arrivato un carico ( erano 600 Kg , poi sono diventati 1.100 nel documento dell'Arpas ) di rifiuti industriali proveniente da Sarroch, più precisamente da una cabina elettrica di Impianti Nord ex Versalis (ENI), passati nel 2015 nelle mani della Sarlux, società della SARAS.

Come abbiamo già raccontato, quel carico di rifiuti è arrivato nel territorio del Marghine dopo essere stato bloccato ed isolato per ragioni di sicurezza per più di un mese a Settimo San Pietro per un Allarme Radioattivo scattato all'ingresso dell'impianto della SeTrand.

Il carico in questione è entrato nella Discarica di Coronas Bentosas con il Codice CER 170605.

Cos'è il Codice CER? E' il Codice Europeo dei Rifiuti, una sequenza numerica con la quale si identifica e si classifica il rifiuto: una sorta di carta d'identità, per semplificare.

Il Codice CER 170605 è quello che identifica “Materiali da costruzione contenenti Amianto”.

Materiale da costruzione contenente Amianto? Sì.

Per ricostruire l'accaduto e capire perché si classifica il rifiuto come materiale contenete Amianto, occorre tornare al comunicato diffuso dall'Ufficio Stampa della Saras dopo la pubblicazione della notizia sull'Allarme Radioattivo scattato a Settimo San Pietro.

Citiamo direttamente dal comunicato :

Sebbene non vi sia alcuna certezza di presenza di amianto al loro interno - peraltro, non indicata nella relativa scheda tecnica rilasciata al momento dell’acquisizione - in virtù del consueto approccio cautelativo da noi adottato, gli interruttori erano stati segregati all’istante, resi inerti e poi trasportati in tutta sicurezza, secondo le procedure di legge previste per lo smaltimento di amianto, da una ditta specializzata come la Eco.Ge.M.M.A., in una discarica attrezzata, come quella S.e. Trand, a Settimo San Pietro”.

Quindi, in sintesi, la Sarlux tratta quel materiale come se contenesse Amianto, anche se in realtà non ne ha alcuna certezza e la scheda tecnica non ne faccia cenno, e lo fa incaricando una ditta specializzata nello smaltimento della Fibra Killer, che ovviamente sigilla il rifiuto dentro i big bags (che altro non sono che quei sacconi bianchi nei quali si mettono anche i rifiuti pericolosi) e trasporta il tutto all'impianto di Settimo San Pietro dove, come già sappiamo, il carico fa scattare l'allarme che ne rileva la radioattività.

Ma cosa succede dopo che scatta l'Allarme Radioattivo? Qualcuno, per esempio l'autorità preposta, verifica cosa c'è all'interno dei sacchi sigillati?

Qui arriva il bello: la risposta è no, nessuno verifica direttamente il materiale contenuto dentro i sacchi.

Ma come è possibile? Perché i sacchi non vengono aperti?

La risposta arriva dal documento col quale si autorizza il conferimento in discarica del materiale, datato 6 Aprile 2017.

A causa della natura del materiale in oggetto per via della presenza di amianto non sono stati aperti i big bags per visionare direttamente il materiale”: a scriverlo è la Regione Sardegna, attraverso la sua Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente, l'Arpas. A firmare il documento è il Dirigente Responsabile, il dottor Massimo Cappai.

Quello che la Saras chiama nel suo comunicato “approccio cautelativo” ( e col quale si giustifica il trattamento del materiale come se contenesse Amianto) diviene all'improvviso una certezza per l'ente di controllo regionale: i sacchi non vengono aperti perché sono usciti dall'impianto Sarlux con il Codice CER 170605, “Materiale da Costruzione contenente Amianto”.

L'Arpas, che interviene nella vicenda a seguito della nota inviata dalla Se.Trand ( il 14 Marzo), esegue un sopralluogo presso l'impianto di Settimo San Pietro il 28 Marzo: nel verbale, che alleghiamo integralmente (1 , 2 , 3 e 4 ), “si conferma la presenza di anomalia radiometrica da attribuirsi al radioisotopo RA-226 in equilibrio con i propri discendenti e che le misure eseguite non si discostano sostanzialmente da quanto comunicato con la nota citata”.

La presenza dell'elemento Radio 226 è quindi confermata dall'Arpas, ma nonostante questo viene data l'autorizzazione al conferimento in discarica.

La SeTrand, nei cui impianti giace, in isolamento, il carico, si rifiuta comunque di farsi carico del materiale : “il Codice CER secondo noi non è corretto - ci dicono dall'azienda, che abbiamo raggiunto telefonicamente – e le discariche che abbiamo interpellato non avrebbero preso il rifiuto”.

Una posizione, quella della SeTrand, irremovibile (espressa ufficialmente nella nota inviata anche al Prefetto di Cagliari, nella quale si esprimono sempre forti perplessità sulla caratterizzazione del rifiuto e quindi anche sulla misura quantitativa della radioattività) , che apre la strada al trasferimento del carico.

Qua entra in gioco Bolotana. La Discarica di Coronas Bentosas è infatti autorizzata al trattamento del Codice CER 170605, Materiali da costruzione contenenti Amianto : così un carico di rifiuti sul quale è accertata la presenza di Radio 226 percorre la SS 131 e trova aperta la Porta del Marghine, quella d'accesso ad una Discarica nata tra tante contestazioni, cresciuta tra Diffide Provinciali e intricate vicende che escono anche dalla Sardegna per interessare la Provincia di Udine, e che oggi si trova al centro di una sorta di giallo su un carico di rifiuti radioattivi rifiutato altrove ma preso in consegna con discrezione e nel silenzio generale dall'accogliente Deserto Industriale del Centro Sardegna.

Qualche domanda è doverosa: chi ha attribuito il Codice CER 170605 al carico? E' vero che quel tipo di Codice viaggia con la sola certificazione del produttore del rifiuto e non necessita della certificato di un esperto esterno? Perché l'Arpas non ha verificato il contenuto dei sacchi? E perché la Discarica di Coronas Bentosas accetta il carico rifiutato dalle altre piattaforme che trattano l'Amianto? La Discarica di Bolotana ha un monitoraggio per rilevare l'eventuale radioattività dei carichi in ingresso? Chi era a conoscenza del trasporto e dell'arrivo dei rifiuti radioattivi a Bolotana? Quali sono state, se ci sono state, le comunicazioni istituzionali? Quali le precauzioni (vista la radioattività acclarata) messe in campo per la tutela dei lavoratori della Discarica?

Ed infine, come interpretare la conclusione della valutazione espressa ( a pag 4) dall'Arpas che recita :

si può affermare che la concentrazione di Ra-226+ di tale materiale potrebbe superare il valore soglia generale (general clearance level) per lo stesso radioisotopo pari a 0.5 Bq/g previsto dal citato rapporto nella tab. 2 ma che lo stesso materiale può essere (tab.26) trasportato e avviato a smaltimento mediante conferimento a discarica secondo le modalità previste dalla parte IV del Dlgs 152/06 risultando esente dall'applicazione del Dlgs 230/95 ?  

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