MACOMER. C'è il nome della prima indagata nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Oristano che ha portato, lo scorso Venerdì, al sequestro del cantiere nell'area industriale di Macomer nel quale erano in corso i lavori di realizzazione del nuovo inceneritore: si tratta della ex responsabile del Centro Epidemiologico della ASL 3 di Nuoro, la dottoressa Maria Antonietta Atzori, medico specializzato in epidemiologia.
Il capo di imputazione provvisorio formulato è quello di falso in atto pubblico. L'avviso di garanzia è stato notificato il 15 di Febbraio, lo stesso giorno del blitz della Polizia Giudiziaria sul cantiere del nuovo inceneritore.
A confermare le indiscrezioni è l'avvocata Brunilde Atzori, legale che tutela la posizione dell'ex direttrice che già dal maggio 2017 si era dimessa dall'incarico: “siamo in attesa di avere a disposizione tutti i documenti del caso” - ha detto la professionista facendosi portavoce della sua assistita e dichiarando che “la dottoressa Atzori respinge fermamente tutte le accuse e ritiene di aver sempre svolto il suo incarico con professionalità e correttezza nell'esclusivo interesse della collettività”.
Respingendo le accuse mosse dalla Procura oristanese, l'avvocata sottolinea che i dati sanitari oggi oggetto di verifica erano già stati valutati nell'ambito della sentenza emessa dal Consiglio di Stato nel 2017 che, in sintesi, li aveva ritenuti corretti.
L'iscrizione nel registro degli indagati dell'allora responsabile del Centro Epidemiologico conferma che al centro dell'attenzione della Procura vi è proprio quel parere positivo reso nel 2015 dalla Asl di Nuoro nell'ambito della procedura di Valutazione Integrata Ambientale, espresso appunto attraverso la trasmissione di uno studio realizzato dal CEA che analizzava i dati della mortalità nella provincia di Nuoro e dal quale non emergevano particolari criticità sanitarie rispetto ad altri territori compresi nell'ambito provinciale del nuorese.