MACOMER. Sono trascorse 3 settimane da quando il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha esteso le misure restrittive per arginare il contagio del Coronavirus dalle zone rosse all'intero territorio nazionale. Da allora tutti i cittadini, dal nord al sud, sono stati chiamati a modificare radicalmente il proprio stile di vita, le imprese non essenziali a sospendere le proprie attività e tutti a rispettare stringenti norme di comportamento.
È in questo quadro che il 14 Marzo un centinaio di cittadini di Macomer hanno risposto positivamente alla richiesta, in Sardegna più che mai essenziale, di donare il sangue.
L'autoemoteca Avis è arrivata a Macomer e, secondo quanto si legge nella pagina social dell'associazione macomerese, per ragioni legate alle misure di contenimento anti Covid-19, non tutti hanno potuto fare la donazione. Alla fine, sono una trentina i donatori a cui è stato effettivamente prelevato il sangue quel giorno. A parte la limitazione resa necessaria appunto dalle misure restrittive, tutto sembrava comunque essere andato come sempre.
Trascorrono 12 giorni e quei 30 donatori ricevono una chiamata che mette tutti in allerta: una persona presente quella mattina in autoemoteca è risultata positiva al Covid-19 e, nonostante oramai i tempi standard applicati in questi casi siano quasi esauriti, si chiede ai cittadini di sottoporsi ad un isolamento fiduciario per i successivi 2 giorni. La notizia corre in fretta e il giorno successivo l'Avis di Macomer, utilizzando la propria pagina sui social, diffonde un comunicato stampa nel quale si legge:
“Il consiglio direttivo dell’associazione, considerata la dilagante preoccupazione insorta nella popolazione, a seguito della positività al covid 19 verificatasi durante la donazione del 14 marzo scorso, si sente in dovere di puntualizzare: ci preme assolutamente rimarcare come il coronavirus non sia un pericolo per chi decide di donare sangue o riceverlo. Non sono state documentate trasmissioni di virus mediante la trasfusione di emocomponenti e non è noto alcun rischio di trasmissione trasfusionale ma in linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono state rafforzate le misure di sorveglianza anamnestica sul donatore di sangue. Misure che sono state adottate in maniera scrupolosa anche durante la donazione del 14 marzo. Ci sentiamo, pertanto, sicuri di rassicurare tutti quelli che nella giornata del 14 si sono presentati per la donazione e non hanno potuto donare in quanto proprio per motivi precauzionali si è limitato l’accesso alle postazioni nell’unità mobile. Non è, pertanto – conclude la nota - stato documentato alcun caso di positività al COVID 19 tra i donatori. Un solo donatore tra quelli del 14 sarà sottoposto al tampone per la presenza di lievi sintomi influenzali manifestati in questi giorni”.
La comunicazione, lungi dal tranquillizzare, sortisce l'effetto opposto, anche perché ad essere avvisati dal Servizio di Igiene sulla situazione venutasi a creare sono stati solo coloro che hanno effettivamente donato il sangue.
Gli altri, tra cui coloro che non hanno potuto procedere con il prelievo dopo il riscontro di parametri non a norma e che quindi sono comunque entrate in contatto con gli operatori dell'autoemoteca, non hanno ricevuto nessuna comunicazione.
Polemiche a parte, che hanno trovato ampio spazio sui social con un botta e risposta tra l'Avis macomerese e alcuni cittadini, qualcuno, preoccupato per la comparsa due giorni fa su un suo congiunto di uno sintomi spia del Covid-19, ossia la febbre, ha deciso di vederci più chiaro riuscendo, oltre ad attivare le procedure precauzionali del caso, a venire anche a conoscenza del fatto che il paziente risultato positivo al Covid-19 avrebbe fatto parte del personale dell'autoemoteca e, utilizzando i social, ha deciso di renderlo pubblico.
“Dopo aver segnalato il caso ai Carabinieri – si legge nella denuncia - a questo post seguirà un mio esposto all’ ATS di Nuoro e, per conoscenza, al Comune di Macomer, in modo che questa situazione sia resa pubblica come è giusto che sia, sperando che visto il periodo di forte preoccupazione per tutti, si possa agire con le dovute cautele, specialmente da parte di chi dovrebbe preservare la salute di tutti e capire di chi siamo state le responsabilità di questa situazione sconcertante. Perché non è stata contattata nessuna delle persone che, registrate pur non avendo poi donato il sangue, sono entrate in contatto con il personale dell’autoemoteca Avis diventando anch’esse probabili potenziali veicoli?
E perché non è stata fatta nessuna comunicazione ufficiale in modo tale da allertare tutte le persone che erano state sul posto dopo quanto accaduto?”.
Domande che, nel pieno di questa emergenza sanitaria dai risvolti drammatici, sono certamente più che lecite, così come lo sono le preoccupazioni che scaturiscono in certe particolari situazioni anche a fronte di una comunicazione non tempestiva e non a disposizione di tutti. Ora ci si aspetta che chi di competenza dia una risposta.