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Macomer. La Prefettura revoca la sospensione dalla carica, il Sindaco Succu scrive ai cittadini: “segnato nel più profondo dell'anima, deciderò se proseguire o meno l'impegno amministrativo”

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MACOMER. La Prefettura di Nuoro ha revocato, nella giornata di ieri, la sospensione dalla carica di primo cittadino per Antonio Onorato Succu. La sospensione, determinata dall'applicazione della Legge Severino, era stata disposta il 4 Ottobre scorso dopo le misure cautelari disposte dalla Procura di Oristano nell'ambito dell'inchiesta Ippocrate sulla sanità oristanese e che avevano raggiunto anche il Sindaco di Macomer Succu, trattenuto agli arresti domiciliari per quasi 6 mesi.

Da Venerdì 27 Marzo Antonio Succu è tornato in libertà, mentre ancora si aspetta la chiusura dell'inchiesta sul presunto sistema di potere che lo ha coinvolto per il suo ruolo professionale al San Martino di Oristano.

Dopo mesi di isolamento, il Sindaco Succu ha deciso di rivolgersi con una lettera aperta direttamente ai suoi concittadini: un messaggio che materializza anzitutto un'umanità profondamente segnata dal terremoto giudiziario che lo ha travolto, ma che non rinuncia neanche ad aprire il fronte più politico che riguarda il proseguimento del mandato amministrativo, ponendo la questione in maniera dubitativa e non sorvolando su un aspetto per nulla scontato, quello di uno stato di salute che Antonio Succu valuta come “già messo a dura prova nella precedente legislatura e, purtroppo, ulteriormente incrinato dalla privazione della libertà e dalle umiliazioni di questi ultimi tragici mesi”.

Di seguito, la lettera integrale del Sindaco Succu ai suoi cittadini:

Cari concittadine e concittadini di Macomer,
sono stato reintegrato nelle mie funzioni da Sindaco con Provvedimento del Prefetto di ieri 30 marzo 2020. Sento pertanto il dovere di comunicare con Voi tramite questa lettera, con cui cercherò di riassumere i miei pensieri e intenti.

La privazione della libertà che ho subito è stata una sofferenza atroce, che mi ha segnato profondamente. Mi sono state di sollievo l’affetto della mia famiglia e le innumerevoli attestazioni di stima e solidarietà che indirettamente mi sono pervenute in questi lunghi mesi. La sofferenza la porterò dignitosamente sulle mie spalle, col conforto e la piena consapevolezza che la Giustizia saprà ben valutare l'attendibilità di quegli elementi di indagine, che mi hanno privato per quasi sei mesi della mia libertà.

Continuerò la mia esistenza nella strada del buon esempio cristiano. Ho pregato ancora di più in questi mesi e pregherò ancora, perché Gesù nostro Signore mi dia la forza per far sempre del bene.

Sapevo che facendo il Sindaco avrei potuto perdere la mia serenità, che mi veniva da un lavoro che amo e da una professione importante, ma ho accettato con orgoglio la sfida, nella primavera del 2013, per servire la mia Città. L’ho fatto con sacrificio, sottraendo tempo ed energie alla famiglia e alla professione, ma l’ho fatto con senso di responsabilità e senza mai schivare le difficoltà, secondo l’insegnamento dei miei genitori. Ho svolto il mio dovere con umiltà, sentendomi sempre un servitore della comunità e mai il primo cittadino.

Non mi abituerò mai alla cattiveria, che genera odio e divisione, che combatterò con il bene e con la dimostrazione della verità. Quel che è certo è che io non odio nessuno, nemmeno chi mi vorrebbe costringere a ricambiare questo sentimento ignobile.

Sicuramente mi preoccupa molto il coinvolgimento nella sofferenza della mia famiglia, soprattutto dei miei figli e dei miei anziani genitori.

Deciderò pertanto, serenamente, con la mia maggioranza, eletta dalla Città, che ringrazio per l’encomiabile impegno al servizio della comunità e che è andato ben oltre l’ordinarietà di un commissariamento, se continuare o meno con l’impegno politico amministrativo, soprattutto in questo momento di eccezionale difficoltà legato alla pandemia, che già di per sé impone un intenso lavoro di squadra con un’amministrazione comunale presente ed efficiente. Mi dispiacerebbe venir meno alle attese della comunità e dei miei compagni di viaggio, e non sarebbe giusto disperdere il lavoro del vicesindaco, degli assessori, del capogruppo e di tutti i consiglieri, a cui la stragrande maggioranza dei macomeresi riconosce un instancabile e prezioso lavoro in questi difficili mesi e, ancor più, in questo momento terribile, che non ha pari nella storia moderna.

Non dimentico di aver preso un impegno con la Città. Chi mi conosce sa bene qual è il valore che ho sempre conferito alla parola data e all’impegno preso.

Nella decisione al riguardo non potrò tralasciare una riflessione sulla mia salute, già messa a dura prova nella precedente legislatura e, purtroppo, ulteriormente incrinata dalla privazione della libertà e dalle umiliazioni di questi ultimi tragici mesi. Sono consapevole che potrò non essere più quello di prima, mi sento segnato nel più profondo dell’anima. Lo dico con sofferenza ma con sincerità.

Sugli aspetti giudiziari dico solo che la mia attività politica, amministrativa e professionale, sono sempre state improntate all’onestà, all’etica, al rispetto delle persone e delle leggi. In questi mesi ho indirettamente appreso di affrettati giudizi sommari, per lo più provenienti da chi mi pare viva di politica e non per la politica. Si tratta di giudizi sommari, che peraltro mi appaiono per nulla disinteressati, fondati su censurabili e semplicistiche approssimazioni che, in quanto tali, di certo non influenzeranno le mie decisioni future.

Credo e continuerò a credere nella Giustizia, consapevole e convinto come sono che perseguirà il fine della verità, oggettiva e imparziale.

Con l’augurio che il difficile momento che tutti stiamo vivendo possa essere superato al più presto, vi saluto con viva cordialità.
Antonio Onorato Succu

 

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