MACOMER. Il caso del Centro per il Rimpatrio dei migranti di Macomer sbarca in parlamento attraverso una interrogazione presentata al Ministero dell'Interno dalla deputata del M5S Yana Ehm, sostenuta nell'iniziativa dal deputato Alberto Manca e dal consigliere comunale di Macomer Maurizio Cossu. Di seguito, il comunicato stampa col quale si rende nota l'iniziativa parlamentare.
I recenti casi di cronaca che si sono verificati al Centro per Rimpatri di Macomer finiscono in Parlamento con un’interrogazione al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, presentato dalla deputata del MoVimento 5 Stelle Yana Ehm e sostenuta dal Portavoce nuorese Alberto Manca ed a livello locale dal consigliere comunale di Macomer Maurizio Cossu.
“La sicurezza ed incolumità dei migranti nei CPR deve essere garantita e di fronte ad aggressioni, autolesionismo e tentato suicidio non possiamo girarci dall’altra parte” commentano i portavoce.
Il caso più recente ha riguardato un giovane migrante del Benin che, secondo fonti giornalistiche, il 30 Aprile 2020 ha protestato gettandosi da un muro di cinta, la motivazione sarebbe da ricercare nella decisione del giudice di pace che ha respinto per la terza volta la sua richiesta di rilascio. Il ventottenne era arrivato al CPR di Macomer il 3 Febbraio scorso e, in base all’ultima decisione del giudice avrebbe dovuto trascorrere ancora un mese all’interno della struttura di accoglienza. Il ragazzo era arrivato in Italia nel 2015, attraverso la Libia e per quattro anni è stato richiedente d’asilo, accolto nel Centro di accoglienza straordinaria (Cas) di Cargeghe e Porto Pozzo- Santa Teresa.
Si tratta dell’ultimo caso in ordine di tempo, i precedenti vanno ricercati nelle denunce degli infermieri che operano all’interno del CPR e che raccontano di una convivenza difficile tra gli ospiti, diverse volte si sarebbero verificati casi di lesioni, aggressioni, episodi di autolesionismo e almeno un tentativo di suicidio.
A queste denunce si aggiunge il racconto dei cittadini di Macomer, secondo cui sono numerose le ambulanze che transitano a sirene spiegate da e per il Centro. La struttura è stata acclamata dai politici sardi che hanno supportato la creazione del centro per fungere da deterrente per gli sbarchi degli harraga, i giovani che dall’Algeria giungono con i barchini nelle coste della Sardegna sud-occidentale.
“Deve essere fatta subito chiarezza su quanto accade all’interno del Centro per Rimpatri di Macomer, sia per quanto riguarda la salvaguardia delle condizioni di salute del giovane migrane e degli altri detenuti della struttura, ma soprattutto per valutare un intervento di verifica sulle condizioni di vivibilità, socio-sanitarie ed il rispetto dei diritti dei “trattenuti” continuano Ehm e Manca.
La gestione del CPR è affidata alla Ors Italia s.r.l., già al centro di polemiche sulla negativa accoglienza di un centro in Austria, tenuto in condizioni disumane, secondo una denuncia di Amnesty International, ed anche oggetto di un’inchiesta giornalistica.
La struttura di accoglienza di Macomer era stata chiusa nel 2014 a causa della carenza dei parametri minimi prestabiliti dalla legge, ha subito dei lavori di adeguamento per poter riaprire come CPR ed è operativo dal 20 gennaio 2020 con circa 100 posti disponibili.
"Non è la prima volta che sentiamo parlare di fatti anomali all'interno dei CPR. E' necessario verificare che siano rispettate le regole di sicurezza all'interno delle strutture, oggi a maggior ragione, sia per i migranti in attesa di rimpatrio che nei confronti dei lavoratori del Centro e degli agenti che vi transitano. A gennaio è morta una persona nel CPR di Gradisca, in Friuli Venezia Giulia, oggi questo episodio per fortuna non è finito in tragedia. E' il momento di verificare cosa accade all'interno dei centri, specie quelli appena inaugurati come quello sardo"- concludono i deputati del M5S.