MACOMER. L'Amministrazione Comunale di Macomer è alle prese con il tentativo di arginare il disastro economico causato dalle misure restrittive imposte a livello nazionale per contenere la diffusione del Coronavirus.
I più colpiti da un blocco che va avanti da oltre 2 mesi sono i piccoli esercenti, coloro che, operando nelle più svariate attività che vanno dai parrucchieri agli artigiani, dai commercianti al dettaglio di abbigliamento, calzature e accessori ai baristi e ristoratori, hanno dovuto tenere abbassate le serrande pur sostenendo i costi che un'attività comunque comporta.
“La situazione è veramente grave, anche perché già prima dell'arrivo del Covid l'economia era stagnante” – ha detto Sabato scorso il Sindaco Antonio Succu nell'incontro con la Partitie Iva, nel quale i rappresentanti delle varie categorie hanno portato in Aula consiliare il loro grido di dolore (qui, il documento integrale portato all'attenzione dell'Amministrazione) e consegnato simbolicamente le chiavi delle attività nelle mani del Sindaco.
È in questo quadro a tinte fosche che s'inseriscono le misure presentate dal Comune per cercare almeno di alleviare il peso di una situazione comunque poco confortante. Dopo il confronto con le associazioni di categoria, l'Amministrazione ha deciso di mettere in campo un'azione diretta - “soldi veri”, ha precisato il Sindaco – per sostenere coloro che sono stati obbligati alla chiusura dell'attività. L'hanno chiamata “Bonus riapertura”, e dietro vi è un'operazione di verifica meticolosa e recupero di risorse dai vari capitoli del Bilancio Comunale: il pacchetto è di 150 mila euro.
Vediamo come funziona.
Il Bonus Riapertura è a fondo perduto, potrà arrivare sino ad 800 euro e sarà erogato in base ad una graduatoria, da determinarsi attraverso 5 criteri, contenti ciascuno vari scaglioni:
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il tempo di chiusura dell'attività (da 15 a oltre i 45 giorni)
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il pagamento di un canone di locazione/affitto (da meno di 300 euro fino ad oltre i 1.000 euro)
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il pagamento di un mutuo per l'acquisto della proprietà in cui si esercita l'attività economica (da meno di 300 e fino ad oltre i 1.000 euro mensili)
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il numero dei dipendenti ( da 1 fino ad oltre i 15)
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l'indice di rischio di contagio Covid assegnato all'attività sottoposta a chiusura (da basso a molto alto)
Il termine per presentare tutta la documentazione richiesta ( qui tutte le informazioni aggiuntive) per poter usufruire del Bonus è stato fissato al 20 Maggio.
Se il bonus è certamente la misura più corposa messa in campo dall'Amministrazione Succu, i bar, ristoranti e chi opera nel commercio in aree di mercato potrà usufruire anche dell'eliminazione della tassa per l'utilizzo del suolo pubblico e dell'aumento gratuito delle superfici di suolo a disposizione, in modo tale da poter andare incontro all'esigenza di rispettare le norme sul distanziamento sociale.
Per la riduzione delle tassazione comunale invece si dovrà aspettare: “stiamo ragionando sulla detassazione” - ha detto Antonio Succu, legando però questa possibilità alle attese normative nazionali che consentano agli enti locali di reperire nuove risorse.
Sul fronte interno comunale il Sindaco ha anche aggiunto due buone notizie: la possibilità accordata dal Banco di Sardegna di prorogare i pagamenti dei canoni sui mutui comunali e quella di rinegoziazione dei mutui con Cassa Depositi e Prestiti che consentiranno il loro spostamento di qualche anno. Entrambe le azioni consentiranno di liberare altre risorse comunali: “ancora – ha specificato Succu – non siamo in grado di quantificarne la cifra esatta”.
Se l'apertura anticipata delle attività di cura della persona macomeresi - prevista inizialmente per l'11 Maggio e poi slittata dopo la notizia del contagio di un operatore sanitario di Sassari che svolge servizio a Macomer - aveva fatto storcere il naso agli operatori del settore, un nuovo spiraglio si è aperto dopo il confronto Stato-Regioni sull'organizzazione della Fase 2: dal 18 Maggio saranno consentite le aperture differenziate su base territoriale e, con tutte le precauzioni del caso, parrucchieri, estetisti, vendita al dettaglio ma anche bar e ristoranti potrebbero essere autorizzati a risollevare finalmente le serrande.