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CPR di Macomer, il Forum per la Rinascita: "urgente fare chiarezza su quanto accade nella struttura"

di Forum per la Rinascita di Macomer

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Macomer. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa a firma del Forum per la Rinascita di Macomer sulla situazione del CPR di Macomer 

E’ condivisibile  e quanto mai opportuna l’iniziativa dei Parlamentari del Movimento 5 Stelle di rompere la pesante cappa di silenzio che i diversi livelli istituzionali coinvolti – dalla Prefettura, al Comune, alla Regione – hanno fatto calare sul CPR di Macomer, nonostante la gravità dei fatti che si sono verificati all’interno della struttura in questi primi mesi dalla sua apertura.

Fatti che nella loro drammaticità – dai ripetuti tentativi di suicidio, agli atti di autolesionismo,  agli scontri tra persone di diverse etnie, alle minacce per l’incolumità degli operatori, ai principi di incendio – confermano come  sia stato illusorio pensare che il CPR di Macomer potesse essere qualcosa di diverso dalle analoghe strutture che sotto diversi nomi (CIE ­- CARA) hanno operato nel passato in Italia, con esiti molto negativi, spesso drammatici, in termini di violenza, negazione della dignità delle persone, malversazioni e speculazioni sulla pelle della povera gente.

Ribadiamo innanzitutto che i CPR sono strutture assolutamente inutili ed inefficaci, di fronte alla gravità e dimensione del problema dell’emigrazione clandestina, con la presenza in Italia di centinaia di migliaia di persone alle quali non viene riconosciuto il diritto di asilo, ma che contemporaneamente non si è in grado di rimandare nei Paesi di provenienza, costringendoli alla clandestinità, a sopravvivere di espedienti, quando non finiscono assoldati dalla criminalità o schiavi del lavoro nero.

IL CPR per sua natura non può che essere un concentrato di disperazione, violenza, negazione dei diritti essenziali non solo per chi vi è recluso, senza aver commesso alcun reato, ma anche per chi in tali strutture lavora, alle dipendenze delle aziende private alle quali lo Stato appalta la gestione dei centri: pochi addetti suddivisi in più turni, a contatto  con decine di persone disperate che non hanno più nulla da perdere di fronte all’unica prospettiva di essere rimpatriati nel Paese dal quale sono fuggiti, subendo  violenze e torture indicibili  sotto le grinfie dei trafficanti di uomini, spesso assistendo alla morte dei loro compagni di sventura.

Pensare che una comunità come la nostra potesse costruire una prospettiva di sviluppo economico e sociale  puntando su un luogo di sofferenza ed inumanità come il CPR è l’errore più tragico che l’amministrazione comunale potesse compiere, candidando Macomer ad accogliere  una struttura che non a caso altri Comuni in Sardegna avevano respinto, a partire dal Comune di Iglesias che era stato individuato dal Ministero dell’Interno come sede più idonea, in ragione della sua vicinanza a porti ed aeroporti.

Purtroppo il Sindaco Succu e la sua Maggioranza hanno scelto di svendere gli interessi della Città in cambio di un piatto di lenticchie, pensando che l’apertura del CPR potesse in questo modo sminuire le proprie responsabilità per non aver saputo evitare la chiusura del carcere e della  Guardia di Finanza, con l’aggravante di aver impedito alla popolazione di pronunciarsi su questa scelta, accettando con malcelato entusiasmo l’assurdo veto all’indizione del referendum consultivo opposto dalla Prefettura.

Il rapporto di subordinazione verso la rappresentanza territoriale del Governo da parte di un’amministrazione che  per giunta si autodefinisce sovranista, è un dato purtroppo ormai acquisito , non solo sul CPR, ma anche sui provvedimenti conseguenti all’emergenza coronavirus.

Può un’amministrazione comunale che si rispetti accettare di apprendere dai giornali l’apertura del CPR?

E’ tollerabile che, senza alcuna informazione preventiva verso il Comune, un migrante straniero venga dimesso dal CPR una domenica mattina, senza un soldo in tasca, senza possibilità di comunicare, senza possibilità di spostarsi per l’emergenza coronavirus, costringendolo a vagare senza meta in Città?

Quale credibilità ha il vicesindaco quando dichiara candidamente che sulla gestione del CPR in Comune non può assolutamente aprire bocca, quando il tanto decantato Patto col Ministro Minniti prevedeva da subito l’attivazione di una Comitato di Sorveglianza tra la Prefettura, il Comune, la Regione ed il soggetto gestore, con la funzione di vigilare sull'andamento delle attività del CPR in un ottica di prevenzione e garanzia delle condizioni di sicurezza sia delle persone trattenute che della popolazione?

Sembra di capire che l’ipotesi del commissariamento prefettizio, che gli attuali amministratori  sdegnosamente respingono per le vicende giudiziarie che hanno coinvolto il Sindaco, in realtà essi lo hanno già di fatto accettato e reso operativo.

Auspichiamo che l’iniziativa dei Parlamentari del Movimento 5 Stelle consenta di chiarire i tanti lati oscuri relativi al CPR. A quelli già sul tappeto, riteniamo di doverne aggiungere un altro - di rilievo ancor più vitale in quanto riguarda la sicurezza della Comunità – in merito al pericolo che il CPR possa diventare bersaglio di azioni terroristiche, tutt’altro che imprevedibili, visto il contesto internazionale.

 Di questo rischio nessuno parla apertamente, ma la sua fondatezza è resa evidente innanzitutto dalle misure straordinarie di sicurezza adottate dalla Prefettura, che sembrano orientate a prevenire non tanto i tentativi di fuga dall’interno del CPR, ma il rischio di potenziali attacchi dall’esterno.

Non sfugge infatti che la struttura e sottoposta a stretta sorveglianza - da molti mesi prima dell’arrivo dei  migranti - con l’utilizzo di mezzi blindati dell’Esercito e con un servizio costante di presidio e pattugliamento delle zone circostanti la struttura da parte delle Forze dell’Ordine; misure che vanno paventare ben altre minacce, sulla cui consistenza è opportuno fare chiarezza.

   Il Forum per la Rinascita di Macomer

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