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Macomer. Lavoratori dei Cantieri Verdi senza stipendio in piena emergenza Covid: il Giudice ingiunge al Comune il pagamento

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MACOMER. Alla fine è stato il Giudice del Lavoro del Tribunale di Oristano a dirimere la questione - dopo che il tentativo di trovare una soluzione per le vie bonarie aveva portato ad un nulla di fatto – riconoscendo come fondate le ragioni dei lavoratori ed ingiungendo il Comune di Macomer al pagamento del dovuto senza ulteriori dilazioni di tempo, mettendo nero su bianco che il credito vantato dai ricorrenti era necessario per soddisfare le basilari esigenze di vita.

È la vicenda che ha riguardato gli operai dei cosiddetti “Cantieri Verdi” di Macomer, ritrovatisi in piena pandemia da Covid-19 nell'assurda condizione di essere formalmente “occupati” ma, di fatto, senza uno stipendio per il sostentamento. Sette di loro alla fine hanno scelto le vie giudiziarie per vedersi riconosciuti i propri diritti.

Andiamo per ordine.

L'avvio dei lavori del cantiere verde è del 7 febbraio 2020. Sono circa una sessantina le persone che, trovandosi in particolari situazioni di necessità, sono assunti a tempo determinato dal Comune di Macomer per realizzare interventi di valorizzazione del patrimonio boschivo, così come previsto dalla legge regionale che finanzia i progetti.

Il 18 marzo, nell'ambito delle disposizioni per il contenimento del contagio del Coronavirus, l'Amministrazione comunale ne sospende i lavori, che saranno poi riattivati il 4 maggio.

Alla sospensione del cantiere corrisponde la sospensione degli emolumenti.

I lavoratori, assunti in base a requisiti che ne inquadrano lo stato di necessità, si ritrovano così, in piena emergenza da Covid-19, privi di retribuzione.

Lo status che li identifica è però quello di “occupato”, per cui si ritrovano esclusi anche dalla possibilità di accedere alle diverse misure di sostegno al reddito, pure a quelle eccezionali ed urgenti messe in campo ai vari livelli proprio per fronteggiare le ripercussioni del blocco anti-contagio e sostenere le fasce più deboli e svantaggiate. Alcuni di loro cercano invano di interloquire con il Comune per far presente il fortissimo disagio di chi, a fronte ad una situazione del tutto eccezionale e straordinaria, si ritrova senza i mezzi minimi per il sostentamento della famiglia.

Alla fine 19 operai danno mandato allo studio legale di Riccardo Uda, affinché prospetti formalmente all'ente la situazione per tentare una soluzione. Qualcosa però va storto e 12 di loro fanno un passo indietro dissociandosi dall'azione. Sette lavoratori decidono invece di andare avanti e saranno loro a vedersi accolto il decreto ingiuntivo.

Sul piano delle disposizioni straordinarie per il Covid, già il 17 marzo il decreto legge Cura Italia aveva stabilito che, stante l'emergenza, le amministrazioni potevano esentare dal servizio il personale dipendente valutandolo però come servizio a tutti gli effetti.

L'8 di aprile è la Regione Sardegna che delibera sulla specifica questione dei cantieri e lo fa proprio per autorizzare i soggetti pubblici a garantire la corresponsione degli emolumenti spettanti ai lavoratori ed alle lavoratrici impiegati nei cantieri e nelle attività socialmente utili.

Questione conclusa, si potrebbe pensare.

Ed invece no. Il Comune di Macomer ha ritenuto infatti che i cantieri verdi macomeresi oggetto del contenzioso non rientrassero tra quelli individuati dalla delibera regionale.

Arroccandosi sulle proprie posizioni, l'ente comunale fa un distinguo che riguarda la finalità principale degli stessi cantieri, ossia nello specifico la valorizzazione del patrimonio boschivo e non l'occupazione di soggetti svantaggiati. Questo, dal punto di vista dell'ente, escluderebbe i lavoratori del cantiere dalla possibilità prevista dalla delibera regionale di percepire il pagamento di prestazioni lavorative non effettuate.

Per fugare i dubbi interpretativi il Comune si rivolge alla Regione, chiedendo di esprimersi nel merito. Da Cagliari però non giunge alcuna risposta.

Nel frattempo invece arriva l'ingiunzione del Giudice del lavoro, che non solo accoglie i ricorsi, ma ne dispone anche l'esecuzione provvisoria.

L'Assessore comunale competente in materia, Mariano Cadoni, rivendicando la correttezza della posizione assunta dall'ente macomerese, ha anticipato l'intenzione di impugnare l'atto: per farlo ci sono 40 giorni, 10 dei quali già trascorsi.

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