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Il Discorso Integrale del Sindaco Succu sul Tema Migranti: Pianificare per non farsi cogliere impreparati

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Ho ritenuto opportuno inserire all’OdG di questo CC il tema dei migranti poiché i cosiddetti “flussi non programmati” degli stranieri richiedenti asilo non rappresentano ormai un fatto sporadico ed occasionale ma, come da opinione dei più e soprattutto degli esperti, sono da considerare come “movimenti strutturali” che richiedono un impegno di tutti i livelli istituzionali, compresi i Comuni come il nostro o le Unioni dei Comuni.

 

Recentemente il Prefetto di Nuoro mi ha comunicato la possibilità che un gruppo di migranti potesse approdare nel nostro Comune, ipotesi poi tramontata per l’ovvia inidoneità della struttura carceraria di Macomer. Ma la sola notizia è bastata per avviare un dibattito, non sempre pacato, ma certamente in linea con quelli in atto in altre sedi della Sardegna e non.

 

In quell’occasione ho ritenuto di dover esprimere la mia opinione di Sindaco sia al Prefetto che alla mia città. Un opinione che si basa su chiari concetti di solidarietà umana , di generosità, ma anche di gestione efficiente del fenomeno migratorio.

La mia preoccupazione, in quell’occasione è stata anche quella di depotenziare quelle pratiche manipolatorie dell’opinione pubblica fondate sulla paura e non sulla ragione. Inoltre, e senza remora alcuna, la nostra Amministrazione Comunale si schiera apertamente al fianco di quella molteplicità di soggetti civili e religiosi, associazioni umanitarie e di volontariato, che sono animati dallo spirito di solidarietà che oggi serve.

 

La solidarietà, però, non può essere solo un fatto emotivo, ma deve sapersi esprimere con razionalità, organizzazione, capacità organizzativa e di gestione di ogni potenziale rischio.

 

Credo vi siano le condizioni per aprire un dialogo con lo Stato, ma per fare questo serve un Consiglio Comunale unito e un territorio unito sulle strategie di governo del “fenomeno migranti”, sia delle opportunità che delle criticità, non certo un territorio infiammato sui sentimenti peggiori dell’animo umano come il razzismo o la paura del diverso.

 

Per questo è opportuno che i gruppi politici presenti in CC esprimano la loro posizione.

 

Oggi l’Europa intera è chiamata ad accogliere persone che fuggono dalla guerra, da repressioni militari e poliziesche, da violenze di ogni tipo e la Sardegna, al centro del Mediterraneo, sia per via indiretta che diretta, non è certo immune dal fenomeno, per cui è meglio non arrivare impreparati.

Nel Luglio 2014 una Conferenza Unificata Nazionale, cui hanno partecipato i soggetti portatori di interesse ha disciplinato la ridistribuzione dei migranti giunti in Italia fra le varie Regioni sulla base della partecipazione al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali. Il Piano Nazionale di distribuzione, condiviso in Conferenza Unificata Stato, Regioni, EELL, prevede che la Sardegna contribuisca nella misura del 2,96%; vero è che la nostra Isola ha accolto nel secondo semestre 2014 n. 7.873 migranti, che sono stati ospitati nel C.A.R.A. di Elmas e nei centri di accoglienza straordinaria attivati dalla Prefettura.

 

Il tavolo di coordinamento regionale, presieduto dal Prefetto di Cagliari prevede poi la ripartizione su base provinciale. La ripartizione di massima finora attuata vede i vari territori sardi impegnati nella seguente distribuzione percentuale:

Provincia di Cagliari-Carbonia-Iglesias e Medio Campidano 47,5%;

Provincia di Sassari-Olbia-Tempio 30,2%;

Provincia di Nuoro-Ogliastra 13%;

Provincia di Oristano 9,3%.

Ciascuna Prefettura provvede, poi, alla distribuzione dei migranti nei rispettivi territori provinciali di competenza.

 

L’attuale normativa prevede che i migranti siano collocati prioritariamente presso i cosiddetti centri SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), definiti dal 2001 quando Ministero dell’Interno, ANCI e Alto Commissariato Nazioni Unite per i rifugiati siglarono un protocollo d’intesa per la realizzazione del cosiddetto PNA (Programma Nazionale Asilo) che dava vita al primo sistema pubblico per l’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati, diffuso in tutto il territorio italiano con il coinvolgimento delle Istituzioni centrali e locali.

Questo protocollo è stato poi istituzionalizzato con la legge n. 189/2002, e implementato da funzioni ministeriali di coordinamento e promozione, ma anche di consulenza e supporto tecnico agli Enti Locali da parte dell’ANCI.

Di fatto lo SPRAR è costituito dalla rete degli EE.LL. che accedono volontariamente al Fondo Nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, rispondendo a specifici avvisi pubblici per la presentazione di progetti relativi all’accoglienza.

Peraltro la normativa prevede che sul livello territoriale locale gli EE.LL., in collaborazione con il terzo settore, possano garantire interventi di “accoglienza integrata” che vadano oltre il “vitto e alloggio”, ma che arricchiscono l’offerta con misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico.

 

Nel caso in cui il sistema SPRAR non sia sufficiente, come pare facile immaginare, le Prefetture sono tenute a identificare ulteriori strutture di accoglienza temporanea attraverso procedure a evidenza pubblica.

Attualmente in Sardegna vi sono solo tre strutture SPRAR per un totale di soli 88 posti, tutti in Provincia di Cagliari. Cito solo quello di Quartu S. Elena, gestito dalla Caritas, solo per dire che si tratta di un “accoglienza diffusa” organizzata in piccoli nuclei in appartamento e che interessa 28 soggetti. Le strutture di accoglienza straordinaria (CAS) attive in Sardegna erano invece, al 31/12/2015 n. 85 di cui n.8 nella Provincia di Nuoro-Ogliastra per una ricettività di n. 251 posti ed una disponibilità di n. 0 posti in Provincia di Nuoro-Ogliastra.

 

I CAS sono individuati dalle Prefetture di concerto con gli Enti Locali, attraverso procedure di evidenza pubblica, così come evidenziato nel recente Piano Regionale per l’accoglienza dei flussi migratori non programmati, annualità 2016 (pag 7).

E’ bene, comunque, ricordare che tutta la disciplina normativa sui migranti è stata ripresa e integrata con le direttive europee inerenti (32 e 33 del 2013), attraverso il decreto Legislativo n.142 del 18 Agosto 2015.

 

Nel contesto del fenomeno “migranti” possono essere individuate diverse tipologie di utenti che necessitano di interventi non generici ma specifici:

i profughi

i richiedenti asilo

i rifugiati

i MSNA

Credo che spiegare alla gente queste caratteristiche, sensibilizzare la popolazione, far capire che una Comunità della nostra dimensione certamente non può ospitare 200 persone, potrà essere utile nel costruire un clima più sereno intorno al fenomeno.

 

Ad esempio, pochi focalizzano il fatto che con l’aumento degli arrivi via mare vi è stata un’impennata dei MSNA, e il D.Lgs 142/2015 stabilisce che la loro permanenza nelle strutture governative di prima accoglienza sia la più limitata possibile e comunque non superiore ai 60 giorni, poiché devono essere indirizzati presso le strutture di seconda accoglienza della rete SPRAR o, in assenza di posti disponibili, l’accoglienza deve essere operata dall’Ente Locale.

L’attuale rete di accoglienza in Sardegna per i MSNA risulta largamente sottodimensionata rispetto al fabbisogno.

 

I dati in possesso della RAS evidenziano un sistema di seconda accoglienza SPRAR assolutamente inadeguato sul territorio regionale. Può esservi, quindi, l’opportunità per i Comuni come il nostro, non solo di governare l’eventuale accoglienza che ci fosse richiesta, ma anche di perseguire nuove opportunità economiche e sociali. La Regione è anche orientata a voler fornire un servizio di assistenza tecnica agli Enti Locali sia nella predisposizione e presentazione di proposte progettuali che nello start-up delle iniziative.

 

Gli Enti locali possono partecipare ai bandi, ad esempio per i MSNA, sia in maniera singola che consorziata, ma una città come Macomer potrebbe accogliere, secondo gli standard dei bandi,probabilmente da 10 a 20 minori.

 

Una delle forme di accoglienza che riscuote maggior approvazione è quella “diffusa”, cioè poche persone in diversi appartamenti con una tipologia di semi autonomia.

Servono, ovviamente, operatori che turnano, anche in un percorso di autonomia per gli adulti, un mediatore culturale che magari aiuta anche a responsabilizzare gli stranieri già presenti in città, un amministrativo che si occupi di tutti i problemi burocratici, ad esempio dei documenti nel caso di richiedenti asilo, ma anche degli aspetti amministrativi più semplici ma indispensabili, e poi assistenti sociali formati e aggiornati sul tema migranti, psicologi ed educatori.

 

Un primo passo potrebbe essere quello di aderire alla RECOSOL (Rete Comuni Solidali), fondata nel 2003 e di cui fanno già parte, per il Margine, Silanus e Borre e poi procedere come hanno già fatto altri Comuni virtuosi; ad esempio il 3 Marzo 2016, 20 Comuni della Valle di Susa, con uno dei 20 facente il capofila, hanno firmato un accordo con la Prefettura di Torino per regolamentare l’arrivo dei profughi sul territorio in base al numero degli abitanti dei diversi paesi e alle strutture adatte a ricevere. L’accoglienza verrà garantita nella gestione attraverso cooperative e associazioni idonee che parteciperanno ad un bando.

Questo accordo-protocollo eviterà l’arrivo in massa di profughi, eviterà progetti calati dall’alto e gestiti da cooperative che poco hanno a che fare con il territorio ma che potrebbero avere una specifica attenzione al business.

 

Nell’Assemblea dell’Unione tenutasi ieri 30 Maggio 2016, i Sindaci hanno approvato all’unanimità una mozione contenete i seguenti punti:

 

  1. Adesione dei Comuni del Marghine ad un protocollo da elaborare con la Prefettura sul tema dei migranti, coinvolgendo la cooperazione locale;

 

  1. Adesione di tutti i Comuni a RECOSOL;

 

  1. Tema dei migranti all’ordine del giorno dei singoli Consigli Comunali;

 

  1. Riunione congiunta dei Sindaco del Marghine, Assessori ai Servizi Sociali dei singoli Comuni e cooperazione locale;

 

  1. Istanza formale alla Prefettura di Nuoro per protocollo congiunto.


 

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