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Il ritorno del Centro Sinistra Bolotanese: costituito il gruppo, ecco il documento, tutto politico

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BOLOTANA. Riceviamo e pubblichiamo integralmente il Documento Politico dell'appena costituito Gruppo di Centro Sinistra Bolotanese, che racchiude la parte politica che ha amministrato, con Francesco Manconi Sindaco, il paese fino alle ultime elezioni amministrative, alle quali il gruppo aveva deciso di non candidarsi. Ecco il documento: 

"Nel nostro documento di fine mandato avevamo dichiarato che il gruppo di maggioranza , pur facendo la scelta di non presentare candidature nella competizione elettorale comunale, avrebbe continuato a fare attività politica nel nostro paese e nel territorio. E’ arrivato il tempo di mantenere quella promessa.

Ci costituiamo in gruppo di centro sinistra composto da partiti e sensibilità politiche progressiste, con l’obiettivo di un progetto politico largo e plurale, nella consapevolezza che sia necessario attivare un nuovo linguaggio accessibile nei confronti di tutti quei soggetti che per svariate e comprensibili ragioni si sono allontanati dalla politica.

E’ necessario ripartire archiviando la stagione delle divisioni e delle contrapposizioni, senza arroccarsi in vecchie pastoie ideologiche e uscendo quindi da geometrie politiche anacronistiche, per rivolgerci a chi abbiamo la presunzione di rappresentare. Siamo interessati senza pregiudizi ad un confronto con tutte le altre forze politiche e movimenti locali del territorio, con le nostre associazioni che da sempre sono protagoniste positive nell’azione di coinvolgimento e aggregazione sociale. Desideriamo mettere a disposizione la nostra esperienza con i nuovi amministratori comunali nell’interesse generale.

Abbiamo consapevolezza della crisi della politica , non possiamo negare che negli ultimi decenni i partiti non sono stati piu’ in grado di rappresentare gli interessi dei cittadini elettori, perché più forte si e’ fatta la presenza nei luoghi di rappresentanza istituzionale di gruppi di interesse che in questi ultimi anni sono cresciuti enormemente, facendo in modo che le convenienze di natura socio-economica prendessero il sopravvento su quelli di natura sociale. Quanto sopra ha generato disaffezione verso la politica. Quante volte sentiamo frasi “io non seguo più la politica, non mi interessa, preferisco occuparmi d’altro”. Noi vogliamo essere discontinui rispetto a tale atteggiamento distruttivo, mai come adesso, infatti, il nostro territorio e il nostro paese ha necessita’ di politica, in assenza della quale deleghiamo ad altri le sorti del nostro destino.

Il Centro Sardegna e il Marghine in particolare , sono posizionati in una situazione di grave debolezza all’interno di una Sardegna frammentata e divisa, con una classe dirigente politica litigiosa e miope, incapace di leggere i bisogni della gente e dei territori e di elaborare progetti credibili, capaci di farci uscire da una crisi che ci affligge ormai da troppo tempo.

Vogliamo ricordare, a tal proposito, che durante il lungo mandato elettorale il nostro gruppo politico ha evidenziato costantemente a tutti i livelli le gravissime problematiche esistenti, denunciando con forza il drammatico problema dello spopolamento causato dalla natalità sempre più bassa e dall’invecchiamento inesorabile della popolazione, ma in particolare dalla mancanza di lavoro che impedisce alle giovani generazioni di fare un progetto di vita, costringendoli a migrare o a rassegnarsi; ha denunciato in tutte le sedi e a tutti i livelli la crisi delle principali attività produttive – industria – agricoltura e pastorizia- non limitandoci tuttavia a fare semplice azione di protesta, ma proponendo progetti credibili, ne citiamo alcuni : la realizzazione di un parco ragionato dal basso, quale strumento ambientale compatibile e capace di far coesistere tutte le attività produttive del territorio, eliminando e sostituendo alcuni vincoli anacronistici con l’istituzione di regole condivisibili e adeguate alle nostre realtà; proponendo un piano di sviluppo agro-pastorale congiunto all’importante infrastruttura irrigua esistente nella media valle del tirso e gestita dal consorzio di bonifica; abbiamo fatto azione politica affinché non venissero smantellati i servizi socio-assistenziali e di altra natura e per mantenere i punti di erogazione scolastici, criticando le linee guida statali e regionali che in modo scriteriato basano la razionalizzazione su parametri essenzialmente ragionieristici anche in zone disagiate come le nostre; sono state spese risorse importanti per l’ammodernamento e la messa in sicurezza delle scuole; abbiamo richiesto maggiori fondi per la cultura, attività da noi considerata vitale e qualificante e per la quale abbiamo erogato, nel tempo, importanti somme del nostro bilancio. Abbiamo fatto pervenire cospicue risorse economiche per creare posti di lavoro che hanno dato e stanno dando temporaneamente ristoro ai nostri residenti in un momento di crisi drammatica. Abbiamo fatto politiche di promozione e valorizzazione della nostra montagna, finanziando opere strategiche di infrastrutturazione propedeutiche e funzionali ad una futura gestione.

Quanto sopra non per fare il solito e noioso elenco della spesa ma per stimolare chi amministra il nostro paese a dare continuità con determinazione a queste politiche, proponendo di non perimetrarsi in logiche locali che avrebbero breve respiro, ma connettendosi e stabilendo un rapporto positivo con le istituzioni esistenti nel territorio, per creare in sintonia un progetto di sviluppo credibile e affrontare e risolvere assieme le future problematiche. Isolarsi in nome di una presunta purezza ideologica e autosufficienza sarebbe autoreferenziale e l’inizio di un sicuro declino. Gli enti locali devono convincersi che l’unita’ del territorio e’ la carta vincente. I trasferimenti europei, nazionali e regionali vengono ormai destinati a chi ha la lungimiranza di associarsi, è necessario, quindi, abituarsi a pensare e a programmare avendo presente il territorio nella sua globalità.

Perimetrare, ad esempio, il dibattito sull’immigrazione relativo al centro di permanenza e rimpatrio all’interno di un solo comune e’ pura miopia. Ricordiamo, infatti, che tutta la delicata e complessa questione e’ stata gestita sin dagli inizi dall’Unione dei Comuni del Marghine che, con lungimiranza aveva programmato e deliberato di portare avanti la rete SPRAR e la Micro Accoglienza come deterrenza ai centri di accoglienza straordinaria. Quindi sarà necessario che anche il CPR, che e’ direttamente connesso ai sopracitati sistemi, sia oggetto di riflessione politica dell’assemblea dell’unione in quanto problema che necessita la condivisione di tutti i cittadini del Marghine.

Noi ci siamo. Mettiamo a disposizione la nostra esperienza maturata nel tempo. Ci proponiamo di portare avanti con spirito collaborativo e costruttivo, qualsiasi iniziativa finalizzata a far progredire il nostro territorio e stimolare il dibattito politico nel Marghine".

 

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