Un momento particolare della vita, un senso di insoddisfazione e il bisogno di staccare dal quotidiano ed aprirsi a nuovi mondi: nasce così l'avventura di Andrea Gramai, classe 1987, Bolotanese di nascita ed ormai cittadino del mondo.
“Mi accorsi che stare chiuso tutto il giorno in un ufficio e spendere metà dello stipendio in affitto e il resto in cibo e bollette, non era proprio quello che volevo – ci dice Andrea ricordando i primi passi della sua avventurosa esperienza - presi dunque la classica decisione che prende uno che vuole scomparire per un po' e iniziare da zero: decisi di mollare il lavoro e mettermi in viaggio, nel posto più lontano dall'Italia”.
Il luogo scelto da Andrea è l'Australia e la raggiunge alla fine del 2014: dopo una sosta di qualche settimana a Sydney, la scelta di acquistare una bicicletta e di esplorare quella terra sconfinata che definisce “una distesa apparentemente infinita, che rispecchia ciò che voglio in questa fase della mia vita: percorrerla, senza vederne la fine”.
Un viaggio durato 7 mesi, senza un percorso predefinito, a gustare e godere di una Libertà nuova: un viaggio che è allo stesso tempo di conoscenza del mondo ma anche di se stessi, in una sorta di percorso esistenziale che implica il cambiamento, la crescita, la formazione e, infine, la riscoperta di stessi e del proprio senso dell'esistere.
E poi c'è l'inseparabile compagna di viaggio, Bruna, con la quale condividere sfide, cadute, obiettivi da raggiungere e nuovi viaggi da intraprendere.
“Pedalare per tante ore al giorno ti libera e ti purifica la mente – ci dice ancora Andrea rispondendo alle nostre domande - mi sento Libero. Durante i sette mesi di viaggio in bicicletta ho provato delle emozioni mai provate prima. Essere immerso nella natura, stare solo, per giorni a volte, senza parlare con nessuno, meditare, essere padrone di me stesso, senza impegni, senza nessun tipo di pensiero negativo...non avevo piani, non avevo impegni...mi sentivo libero, in pace”.
Una bici, una tenda monoposto, un materassino e alcuni strumenti per preparare e consumare il cibo.
Poi i luoghi, gli incontri, l'umanità, i lavoretti in cambio di qualche giorno di ospitalità, il brivido della scoperta e la pienezza di una ricchezza immateriale incommensurabile.
Un viaggio che non si può interrompere...che si alimenta solo di se stesso.
E allora, eccolo Andrea ripartire per una nuova avventura, insieme alla sua Bruna, verso l'Asia : è la fine del 2015 e la prima tappa è l'Indonesia, poi la Malesia e la Thailandia (dove attualmente si trova). E poi...non si sa!
Questa volta, oltre raccontare la sua esperienza attraverso il blog, il nostro avventuriero promuove col suo viaggio una raccolta fondi in collaborazione con il Children Cancer Insitute di Melbourne, un istituto che si occupa di ricerca contro i tumori infantili.
Una causa importante, che ci fa piacere rilanciare e condividere con Andrea, che tra l'altro non è nuovo a questo tipo di sensibilità, soprattutto dopo il percorso iniziato a Genova che lo portò ad approcciarsi alla clownterapia nelle strutture ospedaliere, una pratica con la quale dare sollievo ai bambini ammalati.
Per fare una donazione e trovare tutte le informazioni utili, basterà cliccare qui.
Il Viaggio di Andrea nel frattempo prosegue e, per chiunque volesse seguirne gli sviluppi (ne vale davvero la pena), questo è il suo blog e questa la sua pagina Facebook.
Di seguito, il video curato da Maura Manconi, ci porterà ad “assaporare“ il viaggio di Andrea e sentire, dalla voce del suo protagonista, una breve sintesi della sua esperienza ed un appello al sostegno per una causa importante.
Per concludere, vi lasciamo alle parole che Andrea ci ha scritto per descrivere la sua esperienza:
“Viaggiare in bicicletta vuol dire viaggiare lentamente, godersi ogni minimo particolare dei posti che si visitano. Durante questo viaggio ho capito che pedalare per me e' un po' la metafora della mia vita: faccio fatica per mettermi alla prova e accumulare fiducia in me stesso, vado avanti, mi godo il percorso senza pensare alla destinazione e mi volto indietro solo ed esclusivamente per ammirare quanta strada ho fatto.
Non so, forse e' solo una sorta di perversione che ha chi ama pedalare, ma più pedali, più sei stanco e affaticato e più ti senti soddisfatto, carico, pieno di energie. Se poi questo pedale ti porta in posti magnifici..ancora meglio!”