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Bolotana. “La discarica di Coronas Bentosas è in regola”: la Sindaca Annalisa Motzo si rifiuta di esprimere contrarietà politica al sito

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BOLOTANA. Correva l'anno 2017, era il mese di Giugno e Bolotana si preparava ad affrontare il voto amministrativo riponendo le proprie speranze nel tanto agognato cambiamento politico, uscito poi dalle urne con un risultato sul filo del rasoio.

Sulle questioni relative alla Discarica di Rifiuti di Coronas Bentosas l'allora candidata alla carica di Sindaco Annalisa Motzo si ritrovò a dover esprimere una posizione nel merito dei fatti di cronaca che imperversavano in quelle settimane: “io non dico 'se sarò Sindaco farò questo', io dico che se sarò Sindaco sentirò la gente e farò quello che la gente mi dirà di fare. La democrazia va esercitata, anche se questo dovesse significare andare contro quello che io avrei fatto” - aveva detto la Motzo rispondendo alla domanda di una cittadina che voleva sapere se la candidata avrebbe combattuto per contrastare le possibili situazioni inquinanti di un territorio da decenni vittima della sua stessa incapacità di opporsi.

Questo Sabato, nel corso del Consiglio Comunale, incastrata politicamente da una Mozione presentata dalla minoranza consiliare, la maggioranza guidata dalla Sindaca Motzo ha dovuto però esprimersi formalmente sul Caso di Coronas Bentosas che nel frattempo, da quell'inizio d'estate del 2017 ad oggi, si è arricchito di fatti – in primis l'incendio scoppiato all'interno del sito a Luglio dello stesso anno – che hanno gettato ulteriori interrogativi funesti sulla gestione di un impianto che tratta rifiuti speciali, tra cui l'Amianto, in un sito circondato dalle attività agro-pastorali a valle del paese.

A differenza di quanto proclamato in campagna elettorale, la comunità di Bolotana non è stata chiamata ad esprimersi nel merito, né ora né tanto meno a seguito del rogo di rifiuti che per 10 ore ha appestato la Piana, ma Annalisa Motzo e il gruppo che la sostiene alla guida del Comune si sono assunti comunque la responsabilità di stroncare di netto la proposta di delibera che, nella sostanza, intendeva esprimere un atto di contrarietà politica alla presenza in loco della discarica.

Non esistono oggi ragioni per modificare il parere positivo espresso a suo tempo da questo Comune – ha motivato la Prima Cittadina nel suo intervento - Anche a seguito di Diffide, la società ha sempre ottemperato e quindi può correttamente esercitare la sua attività autorizzata da Regione e Provincia. Anche i dati dell'Arpas sono in linea con quanto disposto dalla normativa” - ha dichiarato svincolandosi dalla dimensione più propriamente politica per rifugiarsi in quella più strettamente burocratica. Facendo scivolare l'attenzione dal caso specifico oggetto della Mozione ad un piano più generale, relativo alle criticità ambientali della Piana di Ottana, la prima cittadina ha finito per approdare al caso Agrival, l'azienda che trattava gli scarti di macellazione e le carcasse degli animali, chiusa ben 10 anni fa (Giugno 2009) da un'ordinanza dell'allora Sindaco Francesco Manconi (già, in casi straordinari ed urgenti a tutela della salute pubblica il Sindaco può chiudere d'imperio un impianto) e che però con la Mozione in discussione non aveva assolutamente niente a che fare.

Sfumando ancora sull'argomento oggetto di discussione, la Sindaca Motzo ha poi richiamato i tavoli dell'Unità di crisi per Ottana e la famosa Commissione d'Inchiesta sull'area industriale di Ottana. Tavoli nei quali – ha sottolineato la Prima Cittadina – ha portato la richiesta di fare le bonifiche nella Piana industriale e quella di attivare un'indagine epidemiologica dell'intero territorio.

Per esprimere un parere negativo dobbiamo avere dalla nostra dei fatti contingenti e delle prove documentali, mentre Coronas Bentosas è regolarmente autorizzata e non ci sono atti oggettivi per sostenere il contrario” - ha ribadito derubricando di fatto il gravissimo incendio del 2017 ad un evento evidentemente non oggettivo e glissando sui fatti messi in luce dall'ispezione in loco dell'Arpas di Oristano alla base dei richiami espliciti sulle criticità e sulle non conformità in materia ambientale contenuti negli atti di Diffida prodotti dalla Provincia.

Noi stiamo chiedendo di dire politicamente che questa discarica non la vogliamo, ma prendiamo atto che la rigetti, ti trinceri dietro l'Unità di crisi di Ottana e non prendi una posizione su questa questione” - ha risposto la capogruppo di minoranza Antonella Pisanu provocando la reazione della prima cittadina: “parli di un granello di sabbia in un mare di sabbia, perché non è scritto da nessuna parte che Coronas Bentosas è più pericolosa di Agrival, o della Mastersarda o della Prodex o delle altre industrie che sono fallite” - ha risposto la Prima cittadina ribadendo che la situazione generale dell'area industriale potrebbe essere più grave – specificando però che non si sa per certo – e che quindi la Mozione della minoranza potrebbe essere “sottostimata”.

A ribattere è stato il Consigliere di opposizione Fabrizio Tanchis: “credo che ci siano delle evidenze che ci debbano provocare perplessità e preoccupazione. Se andiamo a vedere gli atti notificati alla ditta Barbagia Ambiente, sono sempre richiami su documenti mancanti: sono stati richiesti atti ritardati di più di 12 mesi. Dico, è possibile che una ditta possa andare in deroga a tutte le norme e presentare gli atti solo quando riceve le diffide? È un problema che riguarda questioni ambientali – ha sottolineato Tanchis – ma prendiamo atto che anche a seguito delle diffide non ci siano state da parte vostra delle posizioni che esprimessero preoccupazioni. Se tutte le situazioni di autocontrollo si dovessero gestire in questo modo, noi per 18 mesi saremmo esposti al pericolo pur non essendo dentro il pericolo. È questo il problema: noi siamo regolarmente esposti al pericolo perché la ditta fa quello che vuole, tanto poi gli fanno la diffida e produce il documento”.

Il richiamo del consigliere di minoranza sulla necessità di mandare un messaggio politico chiaro però non produce il risultato sperato. Passati al voto, si sono espressi a favore della mozione, e quindi contrari alla presenza della discarica di Coronas Bentosas, solo i consiglieri di minoranza.

Hanno bocciato invece la mozione, e quindi non esprimono la propria contrarietà alla discarica, i sei consiglieri della maggioranza che governa Bolotana.

Un atto formale dell'assemblea cittadina che parla da solo ed invia all'esterno un messaggio chiarissimo.

                        Fuori dalla cronaca del Consiglio, vi diamo invece conto di alcune notizie

Il caso dell'incendio avvenuto dentro la discarica di rifiuti di Coronas Bentosas è finito anche all'attenzione della Commissione d'Inchiesta sulle vicende dell'area industriale di Ottana.

La Sindaca Annalisa Motzo è stata audita dalla Commissione il 17 Ottobre del 2018 e – anche se durante la discussione in Consiglio Comunale di Bolotana il particolare non è emerso nonostante fosse proprio il tema al centro del dibattito - in quella occasione ha dovuto rispondere a diverse domande sull'incendio di Coronas Bentosas e, soprattutto, sul dopo incendio.

Anche in quella sede sarebbe emerso sia che, a quasi due anni dal rogo, continua a restare un mistero cosa effettivamente sia bruciato in quella lunga notte di fuoco, sia quel particolare, per niente irrilevante, che l'allarme dell'incendio sia stato lanciato dal presidio estivo della vedetta di Punta Palai e non da un sistema di controllo in loco che, evidentemente, o non esiste o non funziona.

Ci risulta inoltre che sempre in quella sede la Sindaca Motzo abbia dovuto rispondere ad alcune domande abbastanza insidiose che attengono quella sfera d'interesse propria dell'azione politica.

Come si è comportato il Comune di Bolotana a seguito dell'incendio dentro la discarica di rifiuti speciali che, come sappiamo, ricade sul suo territorio? Ha interessato l'Assessorato regionale all'Ambiente per manifestare la propria preoccupazione per il grave evento? Ha chiesto e sollecitato interventi specifici per il monitoraggio della situazione nel periodo successivo al rogo e l'installazione di un sistema di rilevamento in grado di segnalare e allertare i possibili pericoli ambientali?

A quanto pare, le uniche istanze avanzate dal Comune di Bolotana sono state fatte solo al tavolo dell'Unità di Crisi per Ottana, che è stato aperto dalla Regione Sardegna ben un anno dopo l'incendio dentro la discarica di rifiuti speciali della Barbagia Ambiente, e hanno riguardato la richiesta di finanziamento per un intervento specifico sull'Agrival.

In sostanza, neppure a seguito del rogo incontrollato di rifiuti sviluppatosi dentro una discarica che dovrebbe essere controllata e dotata quantomeno di un impianto antincendio funzionante, sembrerebbe che il Comune di Bolotana abbia attivato un'azione politica presso le sedi competenti per chiedere ed ottenere tutte le garanzie del caso a fronte di un evento così grave ed incomprensibile.

Nell'immediato, ossia durante l'incendio, il Comune guidato dalla Motzo ha convocato, come previsto dalla normativa, la Centrale Operativa Comunale, dalla quale però – come sanno tutti i bolotanesi - non è mai uscita neppure una mezza riga di comunicazione a favore dei cittadini, i quali non sono stati informati ufficialmente praticamente di nulla. Nei giorni successivi all'incendio, la Sindaca partecipò anche al sopralluogo presso l'impianto insieme ai Vigili del Fuoco e al Corpo Forestale.

Resta, in questa vicenda che si trascina da quasi due anni, il fatto consolidato che un rogo si è sviluppato dentro un sito di stoccaggio di rifiuti di ogni genere e tipologia, abbia bruciato per 10 ore immettendo presumibilmente nell'aria e depositando a terra non si sa cosa e in che misura e che quello stesso sito continui ad operare incassando periodicamente diffide ambientali di tutto rilievo.

Se la Magistratura farà il suo corso, come è giusto che sia, la politica - che è cosa altra - dovrebbe forse, se intende sopravvivere, ritrovare la strada che sembra aver perduto e riassumere il ruolo alla quale è deputata, come per esempio quello di rappresentare, tutelare e dare voce ai cittadini.

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